Pianeta America
Un "trade dimensionale" per il 2017

Si incomincia a lavorare agli scenari per il prossimo anno. Di trade per i prossimi dodici mesi ne emergono ormai con frequenza quasi quotidiana, grazie anche al terremoto geopolitico provocato dall'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Investimenti basati sulla correlazione con l'inflazione, con i tassi di interesse, con la curva dei rendimenti; oppure, giustificati in base allo "stile" di investimento (growth, anziché value), o alle dimensioni delle società oggetto di compravendita.
Proprio quest'ultimo è un tema che vorrei sfiorare nell'intervento di oggi. L'universo delle medie e piccole capitalizzazione negli Stati Uniti, riguarda mille società dello S&P, facente parti dello S&P400 (Midcaps) e dello S&P600 (Small Caps). Si tratta del cosiddetto SMID Index.

Come si può rilevare, l'indice in questione ha avuto finalmente ragione di una resistenza che perdurava da tempo. Non solo questo: il breakout è avvenuto con forza relativa in sensibile miglioramento: il rapporto fra SMID e SPX (S&P500) ha svoltato decisamente verso l'alto, dopo anni di stagnazione.
Per quanto mi concerne, ho pochi dubbi circa il fatto che, perlomeno negli Stati Uniti, le società di medie e piccole dimensioni - perlopiù domestiche - siano destinate a fare meglio delle large cap. Il che ha senso, se si considera che le seconde risulteranno penalizzate dalla rivalutazione del dollaro, che impatta negativamente sui fatturati realizzati all'estero dalle imprese perlopiù multinazionali incluse nell'SPX.

Giornalista finanziaria dalla fine degli anni '90. Continua...