Pianeta America
Volatilità a Wall Street dopo i verbali della Fed

È tornata un po’ di volatilità a Wall Street dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione del FOMC che hanno mostrato una Federal Reserve ancora divisa sulla tempistica di un aumento dei tassi di interesse, ancora prima della pubblicazione degli ultimi dati sul mercato del lavoro. Gli indici erano comunque deboli anche prima delle minute per via della pubblicazione dei dati deludenti sulle scorte di petrolio che hanno spinto il prezzo del greggio ancora al ribasso.

Dai verbali emerge che alcuni componenti del FOMC supportano un intervento sui tassi in giugno per via delle indicazioni positive dall’economia, altri invece temono che il calo dei prezzi energetici e l’apprezzamento del dollaro possano continuare a frenare l’inflazione – e quindi non prevedono un ritocco al costo del denaro fino alla fine dell’anno. Secondo due dei componenti del comitato invece la Fed non dovrebbe intervenire sui tassi fino al 2016. Gia’ ieri il Presidente della Fed di Minneapolis aveva nel corso di un intervento pubblico indicato che i tassi non dovrebbero salire fino alla primavera del 2016.
 Il mercato sembra ormai scontare un intervento sul costo del denaro alla fine dell’anno e non più in giugno, sottolinea Kenny Polcari, direttore delle operazioni sul floor per O’Neil Securities, che si aspetta il primo aumento in novembre o dicembre.

Questa era a mercati chiusi inizia la stagione degli utili e come di consueto il gigante dell’alluminio Alcoa sarà il primo a pubblicare la trimestrale a mercati chiusi. Il mercato negli ultimi mesi e’ stato condizionato dalle aspettative poco rosse sui conti, in particolare ha reagito alle revisioni al ribasso delle stime annunciate dagli analisti per via dell’effetto del dollaro forte e del rallentamento economico a livello globale. Quindi già sconta una stagione debole, sottolinea Kenny, e se non avremo sorprese ulteriori potrà riprendere a correre. Tuttavia se i conti dovessero risultare peggiori delle attese vedremo una forte discesa, dice Kenny che pero’ non crede che la stagione degli utili sarà in grado di innescare una fase di correzione. Lo S&P 500 secondo Kenny resterà bloccato entro una banda di oscillazione limitata, tra la media a 50 giorni di 2070 e i 2100 punti. Non c’e’ motivo per salire sopra 2100 e non ci sono, per ora, ragioni per scendere sotto i 2070, almeno fino a che non avremo una chiara idea sull’intera stagione degli utili – e potrebbe non succedere ancora per oltre una settimana. In caso di utili – e previsioni – peggiori delle attese, lo S&P 500 rischierebbe di scendere sotto la media a 100 giorni (2045 punti).
 
* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com. 

 

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...