Wall Street attende la riunione del FOMC

- 12/03/2015
Tentano un recupero gli indici di Borsa americani dopo le flessioni marcate dell’ultima seduta. Tuttavia non sono spariti i timori legati ad un aumento dei tassi di interesse prima del previsto e vedremo probabilmente molta cautela sui mercati fino alla riunione della Federal reserve della prossima settimana da cui potranno arrivare dettagli sulla tempistica di un ritocco al costo del denaro.
Intanto continua corsa del dollaro, responsabile delle flessioni degli indici di ieri, che torna sotto 1,06 contro l’euro, con gli analiti che adesso speculano sulla possibilità di un ritorno a breve alla parità tra le due valute.
Si è tornati a parlare con insistenza di speculazioni sui tassi perché’ la prossima settimana ci sarà la tanto attesa riunione del FOMC e per questo la banca centrale rispetta il silenzio che deve precederla, quindi non arriveranno commenti sull’economia o sulla politica monetaria fino al 18 marzo e di conseguenza il mercato non avrà indicazioni, come sottolinea Kenny Polcari, direttore delle operazioni sul floor per O'Neil Securities. La mancanza di indicazioni apre la strada alle speculazioni sulla direzione della Fed, sulla tempistica di un aumento del costo del denaro, in un momento in cui la pressione è già alta sui mercati per via del continuo apprezzamento del dollaro. Quest’ultimo fattore il vero responsabile del nervosismo sui mercati, secondo Kenny, dato che la conversazione sui tassi va avanti ormai da tempo e tutti sanno che prima o poi un ritocco al rialzo arriverà. Inoltre l’apprezzamento del dollaro è anche la causa principale dell’ulteriore indebolimento del prezzo del petrolio secondo Kenny che crede più nell’impatto della valuta (il petrolio è denominato in dollari) che di quello della domanda globale, non così debole.
Ad alimentare l’incertezza è anche lo sfondamento di un livello tecnico di supporto importante per lo S&P 500, ricorda Kenny. L’indice è sceso sotto 2065, livello testato più volte negli ultimi giorni e poi sfondato ieri. Il prossimo livello importante è 2035 e sembra che non sia oggi a rischio, con il mercato che si ritrova a digerire il movimento di ieri, ma se dovessimo scendere al di sotto il prossimo livello da monitorare sarà la media a 200 giorni intorno a 2000, circa un -5% dai massimi quindi ancora accettabile (e forse salutare) sottolinea Kenny.
L’indice tuttavia potrebbe restare nei prossimi giorni entro una banda di oscillazione molto limitata a meno che non avremo notizie o dati sorprendenti in grado di alimentare speculazioni prima della prossima riunione della Fed. Le speculazioni su tassi e sulla Grecia potrebbero spostare la direzione dei listini.
Il mercato è adesso invece in attesa dell’arrivo dei risultati del primo trimestre da cui emergerà l’effetto del dollaro forte, già calcolato dagli analisti che si aspettano una flessione di oltre il 5% dell’utile per le società che compongono lo S&P 500.
* Lina Cagossi è video blogger @insidetheexchange.com.