Piazza Affari
A Piazza Affari va in scena il monitoraggio dei supporti

Pubblichiamo l'intervista concessa da Gaetano Evangelista, Amministratore Unico di AGE Italia e redattore del Rapporto Giornaliero; a Davide Pantaleo, redattore del portale finanziario Trend-Online.com. L'intervista spazia su diversi temi: I rapporti di forza fra Eurostoxx50 e S&P500, le incertezza mostrate dall'indice MIB a Piazza Affari, la debolezza cronica del dollaro e l'efficacia spettacolare mostrata dall'analisi tecnica negli ultimi otto anni di mercato Toro.
 

DOMANDA. I mercati azionari sono tornati a focalizzarsi sulle prossime mosse delle Banche Centrali, ma l’incertezza su questo fronte ha frenato per il momento più le Borse europee che quelle americane. Quali sono le sue attese nel breve?

RISPOSTA. La retorica restrittiva della Fed è cosa nota. Casomai con il passare dei mesi abbiamo assistito ad una maggiore cautela da parte della signora Yellen; con il risultato che anziché i quattro aumenti dei tassi previsti dai “puntini” a gennaio, siamo a due e chissà se mai entro la fine dell’anno ci sarà il terzo aumento del Fed funds rate.
In Europa invece Draghi appare determinato a rimuovere progressivamente lo stimolo monetario, e questo sta spiazzando gli operatori, che – giustamente, a mio parere – ritengono prematuro rivedere la politica monetaria accomodante.
L’evidenza di questo cambio di umore è rappresentata dal rapporto fra Eurostoxx e S&P500 che, dopo aver navigato brillantemente all’interno di un canale inclinato verso l’alto, dopo un anno ha sfondato verso il basso, segnalando il cambio di marcia.

D. Piazza Affari di recente sta mostrando una maggiore forza relativa rispetto ad altri mercati europei, ma il Ftse Mib non è riuscito per ora a riposizionarsi sopra i 21.500 punti. Si aspetta un superamento di questo livello e in seguito dei massimi dell’anno?

R. Penso che a Piazza Affari stiamo formando il massimo dell’anno. È questione di (poche) settimane. Sono indotto a credere che l’indice MIB sorprenderà verso l’alto, ma dubito fortemente che la seconda metà dell’anno sarà brillante quanto la prima.
Ad ogni modo, raccomando il monitoraggio dei supporti. La fascia dinamica che ha accompagnato la borsa italiana sin dal minimo di fine novembre, passa adesso per area 20750-21150 punti.
Fin lì, l’opzione bullish è facilmente difendibile.

D. Il dollaro sta vivendo una fase correttiva tanto nei confronti dell’euro quanto dello yen. Il ritracciamento del biglietto verde è destinato a proseguire nel breve?

R. Ormai essere bearish sul dollaro è una scommessa plebiscitaria. Che differenza rispetto all’inizio dell’anno, quando si faceva fatica a trovare un rialzista sull’euro...
A ieri meno del 10% degli operatori era bullish sul biglietto verde. Sembra di rivivere l’esperienza di settembre-ottobre 2015, quando si posero le basi per una intensa fiammata.
Veniamo da cinque mesi negativi consecutivi. I casi sono due: o siamo all’inizio di un devastante ribasso del dollaro; stile 2002-2004, per intenderci. O siamo alla fine. Propendo per la seconda ipotesi.

D. Scorrendo le oltre cento pagine dell’Outlook per il secondo semestre di AGE Italia, si ha la sensazione che la combinazione di analisi tecnica e di buona analisi economica, possa ancora produrre un vantaggio per l’investitore, specialmente in ottica di lungo periodo. È così?

R. Ma non c’è dubbio. Questi ultimi otto anni di rialzo hanno evidenziato come l’esame – io dico – della struttura di mercato, abbiamo costituito l’unico strumento in grado non di seguire il mercato, ma addirittura di anticiparlo.
Faccio un esempio, fra i tanti possibili.
A Wall Street abbiamo avuto un segnale di acquisto di lungo periodo ad aprile 2009: sei settimane dopo il minimo assoluto. Quando la Advance-Decline Line (una misura dell’ampiezza di mercato) scavalcò la sua coppia di medie mobili; che hanno agito da supporto in tutti gli anni successivi.

Come si può vedere, tutti i ripiegamenti della A-D Line sono stati contenuti da questo argine. L’ultimo episodio, risale a novembre 2016: subito dopo le elezioni americane.
Ora, io non dubito che prima o poi questa entusiasmante esperienza generazionale volgerà al termine. Ma affrontando il mercato con umiltà, con obiettività, senza la pretesa di sovrapporre i propri convincimenti al messaggio endogeno; abbiamo avuto la possibilità di cavalcare il Toro e di portare a casa laute plusvalenze, che torneranno utili, a tempo debito.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...