Attenzione al settore del lusso

- 21/07/2014
La forza relativa del settore del lusso è stato uno dei pilastri del bull market iniziato negli Stati Uniti e in diverse borse mondiali a marzo di cinque anni fa, e quasi ovunque tuttora in essere. Come si ricorderà sul finire dello scorso anno l'indice delle società europee operanti nel settore, in rapporto all'Eurostoxx, ha "rotto" verso il basso, certificando una tendenza relativa declinante tuttora in essere. Evidentemente non vi è sufficiente liquidità per "sollevare tutte le barche", per usare una metafora.
Anche le società italiane del settore (Aeffe, Damiani, Luxottica, Piquadro, S Ferragamo, Tod's, Yoox; una volta c'erano anche Bulgari e Poltrona Frau) hanno beneficiato di questo interesse globale verso il tema del lusso: il Luxury Index Italia, che calcoliamo sulla base dell'andamento delle società citate, ha sperimentato un poderoso rialzo negli ultimi anni.
Per la verità fin quasi ad un anno fa: quando è stato conseguito un massimo rispetto al quale il LII non si è sostanzialmente migliorato. Poco male, sebbene nel frattempo l'indice MIB abbia nettamente sovraperformato. Ma l'incertezza degli ultimi dodici mesi è giunto ad un crocevia fondamentale: l'indice in questione, come si può notare, è a ridosso della trendline di sostegno che connette il minimo di marzo 2009 con quello di ottobre e dicembre 2011, e con quello di luglio 2012. Siamo in una situazione da "o la va, o la spacca": o questo è un supporto dove si riesuma l'uptrend di fondo, il che rappresenterebbe un'opportunità di un certo rilievo per gli investitori; o si abbatta un supporto primario, fornendo un messaggio che potremmo generalizzare per tutta la borsa italiana.