Ftse Mib: margini al rialzo risicati. A rischio un bear market?

- 10/04/2019
Pubblichiamo l'intervista concessa al portale finanziario "Trend-Online" da Gaetano Evangelista, amministratore unico e strategist capo di AGE Italia. L'intervista spazia su diversi temi: gli obiettivi di crescita degli indici Eurostoxx50 e S&P500, la sostenibilità dei massimi di Piazza Affari, le prospettive di ritracciamento del dollaro e l'andamento del petrolio sotto la prospettiva del CoT. Buona lettura!
DOMANDA. Dopo un primo trimestre brillante, le Borse UE e Usa hanno continuato ad inviare segnali positivi anche in questa prima decade di aprile. Quanto ritiene sostenibile il rialzo in atto?
RISPOSTA. Ci sono soglie che hanno virtù taumaturgiche. Per lo S&P500, il livello chiave era situato a 2815 punti: sopra questa soglia sarebbe stato inevitabile un allungo almeno fino al massimo di settembre.
Benché questo obiettivo non sia ancora stato raggiunto, sono fiducioso che ciò avvenga prima della fine del corrente trimestre. È naturale che il mercato avverta il bisogno di prendere fiato, dopo la corsa sfrenata del primo trimestre, ma l’esame dei flussi rivela la massiccia presenza di investitori smaniosi di entrare alla prima occasione. E questo contiene la profondità e la durata delle correzioni.
Per lo S&P500 abbiamo un target immediatamente prima dei 3000 punti per metà anno.
L’Eurostoxx avrebbe buoni motivi per sovraperformare Wall Street sulla base del confronto fra i rispettivi indici delle sorprese economiche; ma rimane attardata, in termini relativi, suppongo per via dell’incertezza che aleggia attorno alle prossime elezioni europee. Una volta rimosso questo ostacolo, ritengo che i listini continentali colmeranno il divario di performance.
In questo caso la soglia chiave si attesta poco sotto i 3550 punti. Sopra, strada spianata fino al massimo del 2017.
D. A Piazza Affari il Ftse Mib fino a ieri ha continuato ad aggiornare i massimi dell'anno per poi rifiatare un po'. C'è ancora benzina per salire o siamo alle battute finali per il momento?
R. Lo vedremo molto presto. Siamo giunti a ridosso di uno spartiacque strategico di mercato. Fin qui si poteva in qualche modo legittimare l’ipotesi della natura pur sempre correttiva del rally degli ultimi mesi. Sopra i 22000 punti di indice MIB questa ipotesi sarebbe indifendibile.
Se devo essere sincero, personalmente in questo momento e su questa piazza faccio il tifo per l’Orso. AGE Italia è l’unica società nel nostro paese che effettua un esame combinato dell’ampiezza di mercato, nonché dell’Up e Down Volume di Piazza Affari. Il TRIN, che sintetizza queste informazioni, nella versione media a 50 giorni di recente ha raggiunto una lettura estremamente contenuta.
Che, tipicamente, si registra in prossimità di momenti ben definiti di mercato.
Secondo questo schema, è abbastanza probabile che da qui non parta un bear market; non nell’immediato. Ma i margini verso l’alto risulterebbe comunque risicati.
D. Il dollaro sta ritracciando un po' tanto nei confronti dell'euro quanto dello yen. Siamo vicini ad un cambio di passo per questi due cross?
R. Assistiamo sul dollaro ad un crollo di volatilità senza precedenti. Negli ultimi 200 giorni lo scostamento fra il livello più elevato e quello più basso raggiunto dal Dollar Index, è risultato contenuto a poco più del 4%.
Se prendessimo in considerazione tutti i precedenti di volatilità a 200 giorni inferiore al 5%, rileveremmo soltanto due precedenti: nel 1996 e nel 2014. In ambo le occasioni il biglietto verde esplose letteralmente verso l’alto nei mesi se non anni successivi.
Peccato appunto che la casistica sia così contenuta. Ma, per non saper leggere né scrivere, valuterei un acquisto di dollari in caso di superamento verso l’alto dell’attuale congestione.
D. Parlando di dollaro viene naturale passare alle commodity. So che in AGE Italia analizzate le materie prime sotto la prospettiva del CoT. Che novità ci sono, ad esempio, per il petrolio?
Sul petrolio i trend follower, quali tipicamente sono i fondi hedge, stanno ammassando posizioni man mano che le quotazioni salgono. È fisiologico, ma si sta per raggiungere un punto di saturazione.
Storicamente sul future sul WTI l’asticella si colloca al 25%. Quando gli hedge fund accumulano una posizione netta lunga superiore al 25% delle posizioni in essere complessivamente sul mercato, teoricamente il rialzo risulta maturo.
Questo però non vuol dire che ci si trovi nell’imminenza di un ribasso perché, a ben vedere, in circostanze analoghe le quotazioni del greggio hanno continuato a salire; seppure ad un ritmo meno tumultuoso.
Diciamo che mi aspetterei ulteriori progressi su questo fronte, almeno fino a metà maggio; anche se con minore veemenza rispetto agli ultimi mesi.