Piazza Affari
Ftse Mib: occhio alle insidie nascoste. Quando riattivare i buy?

Pubblichiamo l'intervista concessa da Gaetano Evangelista, strategist capo di AGE Italia, alla testata finanziaria online Trend-Online.com. L'intervista copre il rallentamento economico globale e i recenti spiragli di ripresa; le minacce per Piazza Affari, incapace di spingersi oltre i 22.000 punti e il massiccio disimpegno degli investitori dai fondi comuni di investimento azionari.
Buona lettura!

DOMANDA. Le Borse UE e Usa stanno provando a reagire dopo la flessione dei giorni scorsi alimentata dai timori sull'economia, in attesa della ripresa dei colloqui Cina-Usa. Cosa aspettarsi nel breve per i mercati azionari?

RISPOSTA. Trovo che questo mese di ottobre possa nascondere ulteriori insidie. Ma sono innamorato dell’idea di un rally dei mercati azionari in questo quarto trimestre. Per cui l’idea è quella di ulteriore debolezza, diciamo fino a non prima della seconda metà del mese corrente.
Ad ogni modo alla fine di ottobre bisognerà essere posizionati per il rally di fine anno. Non lo dico io. Lo dice la statistica.
Una cosa è certa: la notizia del rallentamento dell’economia è, per usare quel celebre eufemismo, «fortemente esagerata». Intanto perché la percentuale di economie mondiali dal PMI in espansione è passata dal 38 al 46%: un dato ancora minoritario, ma in confortante crescita.

E poi perché lo stesso PMI globale, calcolato da JP Morgan, ha fatto registrare a settembre una crescita esponenziale per il secondo mese di fila. Nulla di trascendentale, per carità. Ma venendo da un declino senza soluzione di continuità, il dato conforta.
Non a caso in questa espansione ormai pluridecennale, si contano due precedenti analoghi, venendo da una contrazione di almeno 2 punti in un anno: febbraio 2009 e gennaio 2012. Potremmo aggiungerci anche giugno 2016, se fossimo un attimo elastici sulla tempistica dello slowdown precedente il rimbalzo.
Insomma, si cominciano a scorgere alcuni germogli verdi che fanno propendere per l’accantonamento in autunno delle incertezze congiunturali.

D. A Piazza Affari il Ftse Mib ha avviato un recupero dai minimi della scorsa ottava. C'è spazio per ulteriori salite o si aspetta un ritorno delle vendite?

R. Piazza Affari è prigioniera di due livelli ben distinti. Verso l’alto, la barriera a 22.000 punti, che ormai conoscono tutti. Basterebbe tracciare una linea orizzontale in prossimità di questa soglia, per accorgersi dell’infinità di volte in cui il FTSE MIB è stato contenuto da tale resistenza.
Verso il basso, l’indice è stato magistralmente contenuto dalla media mobile a 200 giorni, passante per 21.100 punti. All’interno di questo range siamo in una no man’s land.

A questo proposito, si nota un comportamento ricorrente. La borsa italiana ha fatto registrare tre picchi praticamente allineati. Lievemente inclinati verso l’alto. Lo stesso fenomeno è stato registrato a cavallo fra il 2017 e il 2018, e nel corso del 2015.
Da notare l’atteggiamento del MIB: che dopo il terzo picco ha brutalmente abbattuto la media mobile, salvo però tornarvi sopra clamorosamente poco dopo. Fase incerta e conseguimento di un effimero picco secondario (4), prima del crash.
Ecco magari questa volta non andrà esattamente così; ma prima di tornare sopra i 22 mila punti ci penserei bene ad assumere rischio. Il fatto che in queste settimane a salire siano soprattutto le Utility, fa riflettere...

D. Come giudica il disimpegno degli investitori dal mercato azionario? sembra che i già citati timori per l’economia mondiale, e le dispute fra Stati Uniti e Cina, spingano i sottoscrittori a fuggire a gambe levate dai fondi comuni di investimento.

R. Ho notato anch’io questa tendenza. Ne abbiamo parlato ripetutamente sul Rapporto Giornaliero, evidenziando le performance storiche conseguibili all’indomani di un flusso netto negativo da parte dei fondi comuni ed ETF azionari. Sono statistiche che sorprendono i più.
Anche soltanto limitandoci ai fondi comuni azionari, per restare fedele alla domanda, se prendessimo in esame il dato cumulato a dodici mesi, raffrontandolo alle masse amministrate; noteremmo che negli Stati Uniti gli Equity Mutual Funds hanno subito una emorragia superiore al 3%.

Roba vista soltanto nel 2012 e nel 2016: a fine slowdown e soprattutto all’inizio di nuove gambe di rialzo da parte del mercato azionario. Per cui, a meno che si ritenga di essere all’interno di nuovo 2008, con una nuova Lehman all’orizzonte, questo “voto con i piedi” mi sembra esprima un disagio e una capitolazione, che liberano il mercato dalle scomode zavorre.

La competenza dell'ufficio studi di AGE Italia, eccezionalmente al servizio dei lettori di smartTrading. Continua...