Piazza Affari
FTSE MIB può ancora recuperare. Focus sui titoli Energy

Pubblichiamo l'intervista concessa da Gaetano Evangelista, amministratore unico e strategist di AGE Italia, a Davide Pantaleo, vicedirettore della testata finanziaria Trend-Online.

DOMANDA. I mercati azionari si mostrano nuovamente titubanti dopo i segnali positivi evidenzianti di recente. Quali le attese per quest'ultimo scorcio dell'anno?

RISPOSTA. Sappiamo che dei sedici trimestri in cui è scomponibile il ciclo quadriennale presidenziale americano, i migliori due per performance sono senza ombra di dubbio quelli a cavallo fra la fine del secondo anno e l’inizio del terzo anno del ciclo elettorale. Insomma per capirci ad inizio autunno era sensato aspettarsi una buona performance nel periodo compreso fra ottobre 2022 e marzo 2023: storicamente Wall Street ha fatto 20 su 20 dal 1942, guadagnando in media quasi il 15%.

Il problema è che il recupero messo a segno ha già superato per lo S&P500 il 14%, per cui il mercato è andato incontro ad una lieve indigestione che giustifica un consolidamento nella prima metà di questo mese.
Ho fiducia che le borse si riprendano in concomitanza con il giro di boa. Sarebbe motivo di preoccupazione se il mercato non consegnasse le buone performance che tipicamente si manifestano nelle ultime due settimane dell’anno.

D. A Piazza Affari il Ftse Mib è stato respinto per ora dall'area dei 24.800. Ritiene ancora probabile un superamento di questo livello nel breve?

R. Per un investitore internazionale, Piazza Affari è stata fra le tre migliori per guadagno dai minimi di inizio autunno. Un podio prestigioso, condiviso con Cina e Germania: le uniche piazze salite di più del 30%.
Sfortunatamente, il FTSE MIB ha incocciato contro una impegnativa resistenza fra 24500 e 25200 punti. La valutazione tecnica adesso è neutra. Anche qui si fa in tempo a recuperare, dopo una fisiologica pausa di qualche seduta, ma sarebbe da salutare con disappunto l’eventuale e censurabile ritorno al di sotto della fascia dinamica che ora scorre poco sotto i 24 mila punti.

D. A fronte del tonfo del petrolio degli ultimi sei mesi, il settore Energy macina nuovi massimi. Ci sono compagnie del settore che raccomanderebbe?

R. L’idea che mi sono fatto è che nel 2023 sarà il petrolio a recuperare il ritardo accumulato negli ultimi mesi rispetto al settore Energy: che ha corso davvero tanto, e che non scandalizzerebbe nessuno se nei prossimi mesi cedesse il testimone a settori più freschi.
Ad ogni modo, resto dell’idea che il settore energetico sia il trade del decennio corrente, così come il FANG lo è stato degli anni Dieci.
Ci sono compagnie, come la francese Total o l’austriaca OMV, che stanno flirtando con i massimi storici, con la chiara intenzione di abbatterli, replicando quanto occorso nei mesi passati negli Stati Uniti a società finora colpevolmente trascurate come Chevron ed Exxon.

D. Dopo la disfatta degli ultimi dodici mesi, il 2023 potrebbe finalmente tornare l’anno del Growth, e dei tecnologici in particolare?

R. Mah, non ne sono così sicuro. In quest’ultimo mese abbiamo visto i tassi reali ripiegare vistosamente, il che avrebbe dovuto avvantaggiare proprio quei settori i quali, in virtù di una elevata duration, riceverebbero beneficio da un più contenuto costo del denaro al netto dell’inflazione.
Ed invece vediamo per esempio che il Russell 1000 Value si è spinto ben oltre la sua media mobile a 200 giorni, mentre il Russell Growth vi rimane abbondantemente sotto. Prova di un persistente disagio, che richiede ben più di tassi di interesse più contenuti. La sensazione è che la sopravvalutazione persistente del settore scoraggi più di un investitore. Sinceramente, non li posso biasimare.

La competenza dell'ufficio studi di AGE Italia, eccezionalmente al servizio dei lettori di smartTrading. Continua...