I MERCATI ignorano i fallimenti delle BANCHE?

- 04/05/2023
L'inflazione segna il passo nell'Eurozona, con il dato core che a sorpresa flette per la prima volta verso il basso. La cattiva notizia è che il raffreddamento dei prezzi al consumo procede ad un ritmo insopportabilmente lento.
E c'è dell'altro: a scendere è soprattutto l'inflazione dei beni di consumo, molto meno quella legata ai servizi: che risentono degli aumenti di salari e stipendi nel settore non manifatturiero.
Questo lega ancora le mani alle banche centrali. Scontato il rincaro dei policy rate negli Stati Uniti ed Eurozona questa settimana, la discussione verte sulla possibilità di ulteriori incrementi del costo del denaro a giugno: una ipotesi ancora concreta nel Vecchio Continente, ma sul tavolo anche negli USA.
Le borse nel frattempo archiviano un semestre prevedibilmente positivo, ignorando ad un certo punto i venti gelidi provenienti dal sistema bancario: con il fallimento di First Republic che si aggiunge alle insolvenze di Silvergate, Silicon Valley e Signature Bank. Aggiustamenti demandati alla mano invisibile, o scricchiolii inquietanti del sistema finanziario?
Di buono c'è che le borse europee, meno impensierite dai propri istituti di credito, continuano a sovraperformare Wall Street, confermando il segnale primario di inversione emerso lo scorso autunno.
Sullo sfondo resta la questione dell'avvenuto raggiungimento del tetto del debito federale americano. La minaccia di default degli Stati Uniti è per ora contemplata dai Credit Default Swap (CDS); ma non dalla curva future del VIX.
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