Il premio per il rischio della borsa italiana

- 24/01/2024
Per quello che effettivamente conta, qual è il premio per il rischio per la borsa italiana.
Le metriche impiegate sono le più disparate ma, benché personalmente siamo persuasi della maggiore utilità del Return on Equity (RoE) come misura rappresentativa del mercato azionario, è opinione comune che il confronto debba porsi fra l'Earnings Yield ed il bond yield. Con il primo rappresentato dal reciproco del Price/Earnings, ed il secondo dal rendimento del BTP decennale. Ad ulteriore raffinatezza, prediligiamo il P/E decennale (Shiller P/E o CAPE).
La differenza fra queste due misure fornisce il premio per il rischio per chi investe in Piazza Affari. Alla luce di un CAPE a fine 2023 di poco meno di 20 volte, a fronte dello yield corrisposto dai bond di Via XX Settembre, si ottiene per la borsa italiana un ERP di poco inferiore al +1.5%.
Un po' poco, obiettivamente.
La stragrande maggioranza dei dati degli ultimi trent'anni, è stata racchiusa da un canale di regressione. Gli sconfinamenti sono stati pochi e di breve durata. Impressionante quello di marzo 2009 e di maggio 2012: uno sconto da oltre 1 deviazione standard, che definì minimi di suprema rilevanza per Piazza Affari.
La situazione corrente è specularmente opposta: con il premio per il rischio, pur ancora positivo, che però si colloca ben al di sotto del confine esterno del percorso storico. Questo nulla ci dice circa il ritorno più probabile da qui ai prossimi dodici mesi, ma chiarisce come da qui alla fine del decennio ed oltre, per l'investitore in azioni italiane verosimilmente l'unica fonte di reddito sarà costituita dalle cedole che le società periodicamente erogheranno. Non abbastanza da fare la differenza.
Il confronto insomma fra rendimento delle azioni, e rendimento dei titoli di Stato, pur risultano positivo sul piano formale, esprime nondimeno una oggettiva sopravvalutazione della borsa italiana.