Piazza Affari
In Italia l'impulso creditizio zavorra economia e mercato

Il credito erogato al settore privato - famiglie più imprese - in Italia, appare crescente rispetto al minimo nei volumi conseguito alla fine del 2019 (prima dell'emergenza pandemica, dunque). Lo slancio manifestatosi per quasi tutto il 2020, però, appare venuto meno negli ultimi sei mesi: l'espansione del credito è una questione accantonata già da tempo.

L'impulso creditizio misura la variazione in un anno del flusso di credito erogato. L'espansione creditizia può essere comunque positiva: 300 euro di credito in più, rispetto ad un anno fa, è da salutare con favore; ma se un anno fa il credito in più erogato in dodici mesi è risultato positivo per 350, ecco che l'impulso creditizio è negativo per 50.
In Italia l'impulso creditizio si attestava al +7.4% a novembre. Sei mesi dopo, è calato al 3.0%:

Il dato evidentemente è sempre positivo, ma meno brillante rispetto allo scorso autunno.
Questo genera un problema per l'economia reale, e finanziaria. Perché l'impulso creditizio vanta una evidente correlazione con il PMI manifatturiero (linea nera, scala di destra), nonché con la performance annuale di Piazza Affari (linea verde, senza scala): trainati verso il basso dalla variabile creditizia citata.
Al momento sussiste questa evidente divergenza. Il timore, però, è che i prossimi mesi possano essere impiegati per ricomporre questo divario. E potrebbe non essere del tutto piacevole.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...