Piazza Affari
La riscossa dei PIIGS

Ormai il bull market non fa più notizia. Vuoi per pigrizia, vuoi per colpevole disattenzione, gli investitori non badano più alle buone performance messe a segno in questi quattro anni dai mercati azionari di tutto il mondo. Si prenda la borsa tedesca: il DAX è giunto ad uno sputo dal massimo del 2007, e dal minimo di quattro anni fa ha accumulato il 125% (sic! Dividendi inclusi, peraltro: l’indice della borsa di Francoforte è “di performance”, a differenza di quasi tutti gli altri indici globali comunemente seguiti). Eppure ha fatto notizia soltanto in questi giorni, quando nella seduta di mercoledì 15 ha chiuso in calo del 2.3%. Non possiamo biasimare gli investitori: negli ultimi quattro anni, una simile performance è stata registrata appena 50 volte in tutto: grosso modo, una volta al mese. È logico che faccia più notizia; meno logico che rappresenti il catalizzatore che scatena gli animi repressi da un bull market che in pochi hanno previsto; e in ancor meno hanno assecondato.
E mentre si dibatte se la discesa recente rappresenti una reale minaccia, o magari soltanto l’ennesima opportunità; dalle nostre parti nonostante tutto le cose non vanno mica così male. Perché è vero che piazza Affari quota praticamente sugli stessi livelli di due anni e mezzo fa; ma è anche vero che negli ultimi mesi tutto sommato si sta difendendo abbastanza bene.

Come tutti sanno, l’acronimo PIIGS identifica le economie periferiche dell’area Euro: nell’ordine, Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna. Mancando una misura rappresentativa specifica, AGE Italia calcola da tempo il PIIGS Index, semplice media degli indici delle borse delle economie citate. Qui in alto proponiamo il rapporto fra il citato indice e l’Eurostoxx50.
Cosa ne desumiamo?
Rileviamo come la “forza relativa” del PIIGS Index abbia rotto verso il basso a novembre 2009: da allora sono cominciati i nostri guai. Tutti i tentativi di invertire questa triste tendenza sono risultati frustrati: alla fine la media mobile ha sempre tenuto. Questo, fino alla scorsa estate.
Quando l’impegno diretto e convinto della BCE ha mutato i rapporti di forza: le borse periferiche dell’area Euro hanno svoltato verso l’alto, realizzando un minimo auspicabilmente definitivo rispetto alle altre borse europee. Il PIIGS Index (forza relativa) ha sfondato la resistenza sul finire dello scorso anno, e dopo una fase di relativa sofferenza fra la seconda metà di febbraio e i primi di aprile, è tornato a brillare. Non a caso il Dax ha raggiunto i livelli più bassi da dicembre, mentre in Italia l’indice MIB nel momento in cui scriviamo si colloca ancora al di sopra del minimo del 5 aprile.
Stando così le cose, dovremmo privilegiare le borse periferiche a quelle “core”: in termini relativi la tendenza è da considerarsi positiva, fino a prova contraria.

La competenza dell'ufficio studi di AGE Italia, eccezionalmente al servizio dei lettori di smartTrading. Continua...