Piazza Affari
Ma quali BRICS: guardate i FISH!

Facciamo uno sgarbo ai francesi, e mettiamoli sulla stessa barca di italiani e spagnoli. La loro spocchia e smania di grandeur ne risulterà compromessa; e allora, per fornir loro buona compagnia, ci aggiungiamo anche gli olandesi. Tolta la Germania, e tolta la Grecia – gli estremi dell’area Euro – abbiamo creato un gruppetto di quattro paesi rilevanti: due “core”, e due periferici.
Ecco a voi il FISH! Un acronimo che richiama facilmente le iniziali dei quattro stati citati: Francia, Italia, Spagna e Olanda (Holland). Non si creda che si tratti di un capriccio da analista tecnico; ne’ questi paesi sono accomunati dal fatto di essere bagnati dal mare (mica per niente li abbiamo messi tutti nella stessa barca…)
Fra le quattro economie citate ci sono molte più somiglianze, che differenze. Esse rappresentano il vero cuore dell’area Euro: stiamo parlando di oltre il 60% del PIL comunitario, più del doppio rispetto all’apporto tedesco. Le seconda, terza, quarta e quinta economia continentale vantano livelli simili di debito privato e di debito complessivo, lamentano la stessa perdita di competitività negli ultimi due lustri, esportano beni ad alto valore aggiunto nella stessa proporzione delle vendite complessive, e hanno conosciuto un boom del mercato immobiliare, con i prezzi delle case raddoppiati in Italia dal 1996 al 2008, e cresciuti del 150% in Francia, Spagna e Olanda. A questo punto non è avventato considerarle congiuntamente, dal punto di vista borsistico. E il momento è opportuno come non mai.

Il FISH Index pondera in egual misura gli indici CAC40, FTSE- MIB40, Ibex35 e AEX. Non ci siamo troppo preoccupati di ponderare le diverse borse in funzione del diverso valore delle rispettive economie, per amore di semplicità. Il grafico di lungo periodo già così fa emergere come a metà dello scorso anno sia stato raggiunto un bottom di primaria importanza: si testavano nella circostanza i minimi del 2002-2003 e del 2009. Quei pochi analisti che allora sfidarono i timori di disgregazione dell’Euro, raccomandando di investire nelle borse “mediterranee” (ci perdonino gli olandesi) dell’area Euro, lo facevano a ragion veduta…
Da quel minimo il FISH Index è salito, a mercoledì 18 (prima del FOMC di cui tutti parlano; meglio così: nessuno leggerà queste note…) del 45%, dividendi esclusi. Non male, in un anno e due mesi. Ma la domanda sacrosanta a questo punto è: d’accordo, ma ci sono ulteriori spazi verso l’alto?
La risposta è riposta (oops...) nello stesso grafico, che opportunamente riproponiamo zoomato:

Eccoci lì. Siamo sotto alla trendline che congiunge i massimi di gennaio 2010 e febbraio 2011, fra gli altri. Anche chi non mastica molto l’analisi tecnica concorderà che il momento è cruciale: l’indice che raggruppa questi quattro mercati è prossimo per la prima volta ad un significativo ostacolo. Non ci sono molte alternative: o i venditori trovano la forza per respingere il poderoso assalto dei Tori; oppure, frantumata la linea Maginot – ‘che sempre di Francia, Olanda e Italia si parla… - per i rialzisti si celebrerebbe l’abbattimento della linea difensiva, e l’estensione del corrente rialzo.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...