Piazza Affari
Massimi già segnati a Piazza Affari: ed ora?

Pubblichiamo l'intervista concessa questa mattina da Gaetano Evangelista, amministratore unico di AGE Italia; a Davide Pantaleo, vicedirettore del portale finanziario Trend Online. Buona lettura!

DOMANDA. I mercati azionari hanno avuto qualche scatto di nervi per via del rialzo dei tassi Usa. C'è il rischio di nuovi ribassi o si è trattato solo di un incidente di percorso?

RISPOSTA. C'è nervosismo da parte degli investitori, per via dello "storico" sorpasso, da parte del rendimento dei titoli di Stato, ai danni delle azioni USA. Mentre i Treasury decennali rendono ora l'1.50%, lo yield medio dei dividendi erogati dalla compagnie USA si attesta all'1.48%. Questo ha alimentato un certo dibattito; che pecca però di prospettiva storica.
Sul finire degli anni Cinquanta difatti si registrò un episodio analogo. L'inflazione si attestava al 2.0%, ma pochi mesi prima il CPI si spingeva oltre il 3.5%. E dire che ancora tre anni prima l'economia americana era in formale deflazione. D'altro canto, soltanto sei mesi prima l'economia USA era in recessione. Per quanto in calo, al 6.7% il tasso di disoccupazione era ancora elevato.

Wall Street deve aver risentito parecchio della maggiore remunerazione offerta da quel momento dai titoli di Stato; se è vero che sarebbe salito ancora: "soltanto" del 110%, nell'arco dei dieci anni successivi.
No, credo che si tratti di un consolidamento, come tanti abbiamo visto in questi mesi. Siamo ancora in modalità buy on dips.

D. A Piazza Affari il Ftse Mib sta risalendo la china: è lecito attendersi un test ed un eventuale superamento dei recenti massimi di periodo?

R. Duole ripetermi, ma la borsa italiana rimane in una modalità topping. Voglio dire che, di fatto, i massimi sono stati già segnati. Può essere che il picco di qualche giorno fa sia marginalmente migliorato, ma il rischio di trattarsi in una condizione analoga a quella di ottobre 2009 e di aprile 2015, è troppo consistente per essere ignorato.

D’altro canto, però, finché reggono i 22 mila punti, ha senso rimanere investiti, seppur con la dovuta diffidenza. Chissà che davvero Draghi faccia il miracolo.

D. Tra i bancari di Piazza Affari ce ne sono alcuni che a suo avviso presentano interessanti configurazioni grafiche? A quali consiglierebbe di guardare?

R. Ma per la verità tutta la borsa italiana è ok. Se non fosse per i bancari...
Se compissimo l’artificio di rimuovere i finanziari dal tabellone di Piazza Affari, otterremo una misura di mercato che non avrebbe nulla da invidiare agli indici più blasonati di Europa e Stati Uniti: dal minimo di novembre 2011, senza considerare i dividendi, le quotazioni si sono apprezzate del 247%, mentre dal minimo inferiore di luglio 2012 l'All Share Italia si è rivalutato appena dell'88%.

Questo fornisce la misura della zavorra costituita da quel 30% abbondante di capitalizzazione di mercato, senza il quale lo storytelling tricolore sarebbe ben più esaltante.
Questo anche per rimarcare come le performance ci sono (state). A condizione di trascurare i nomi noti del settore finanziario domestico.

D. La volatilità dei mercati azionari rimane ancora elevata. Ritiene che questo possa risultare un elemento destabilizzante nel lungo periodo?

R. Al contrario. Proprio questa è una polizza di assicurazione sulla vita degli investitori. Da un anno il VIX, che misura la volatilità implicita nelle opzioni dello S&P500, si mantiene costantemente sopra i 20 punti. Ora, prima del Volmageddon di gennaio 2018, il VIX si attestava a livelli infimi: 9 punti. Prima della minaccia deflazionistica cinese dell’estate del 2015, il VIX veleggiava pigramente attorno ai 12 punti. E prima del 2007 la volatilità flirtava spesso e volentieri con la singola cifra.
Questo sottolinea la costante opera di copertura di portafoglio da parte degli investitori i quali, quando ricorre la mala parata, non si lasciano andare a vendite incontrollate proprio perché il portafoglio è ben immunizzato.
Ecco che i ribassi risultano misurati e non particolarmente profondi.

Non possiamo escludere nulla; per carità, siamo sotto il cielo. Però l’esperienza storica suggerisce che tutti i crolli di mercato si manifestano quando la volatilità è eccessivamente contenuta. In AGE Italia abbiamo un misuratore della volatilità (media) di tutti i mercati azionari mondiali.
Come si vede, siamo a quota 0.80. Un dato contenuto rispetto agli estremi toccati nel 2020. Ma, ad evidenza, il campanello d’allarme è risuonato sempre quando la misura è scesa sotto quota 0.50 punti. Affinché ciò si verifichi, occorreranno ancora diverse settimane, se non mesi, di ulteriori rialzi. Precedute magari da salutari consolidamenti.

La competenza dell'ufficio studi di AGE Italia, eccezionalmente al servizio dei lettori di smartTrading. Continua...