Nessuno investe più in fondi comuni?

- 27/04/2017
Sarà colpa dei "PIR", i piani individuali di risparmio tanto popolari in questi mesi fra investitori e (soprattutto) promotori finanziari; sarà che la concorrenza degli ETF e in generale dei fondi passivi è ormai irresistibile. Sta di fatto che i vecchi cari fondi comuni di investimento non se la passano tanto bene, in Italia. In attesa di conoscere il dato sulla raccolta di marzo, negli ultimi dodici mesi noti la raccolta netta cumulata (RNC) è stata pari a poco più dell'1.6% delle masse amministrate: un dato sì positivo, ma non certo esaltante, tenuto conto del brillante andamento del mercato azionario italiano negli ultimi cinque anni.
Soprattutto, di questo dato giova considerare l'andamento tendenziale. E qui vengono le dolenti note.
Sì, perché come si può notare la RNC ha da tempo inaugurato una pendenza discendente, rispetto alla propria media mobile. Il che ci riporta indietro nel tempo: dal 2006 in poi un comportamento analogo è stato registrato in coincidenza con il massimo del 2007, e con quello del 2012.
D'accordo che questa tendenza al disimpegno da parte degli investitori italiani può essere neutralizzata in ogni momento; e che comunque due episodi, per quanto eclatanti, non possono costituire una tendenza. Tuttavia gioverebbe adottare un pizzico di cautela, in attesa di conoscere smentite e conferme dalle statistiche per il passato mese di marzo, e dati effettivi circa la presunta raccolta boom dei PIR.