Per Piazza Affari il più è fatto

- 28/01/2021
Pubblichiamo il contenuto integrale dell'intervista concessa da Gaetano Evangelista, amministratore unico e strategist di AGE Italia; alla testata giornalistica finanziaria Trend Online. Buona lettura!
DOMANDA. Le Borse europee stanno performando meno bene di Wall Street da alcune giornate: questa tendenza proseguirà o si aspetta un cambio di passo? Gli indici saliranno ancora?
RISPOSTA. È abbastanza frustrante, perché sulla carta l’Europa ha ottime credenziali per fare meglio degli Stati Uniti. Mentre infatti il Vecchio Continente ha una vocazione all’Export, gli USA sono una economia relativamente chiusa, basata soprattutto sui consumi interni. Sicché il rilancio della congiuntura economica finirebbe per favorire proprio l’Eurostoxx, rispetto ad uno S&P oggettivamente più sopravvalutato.
Alla fine di ottobre sembrava che i rapporti di forza fra le due sponde atlantiche avesse svoltato verso l’alto, ma le ultime settimane hanno rimesso tutto in discussione.
Verosimilmente la colpa è da ricondurre alla concreta prospettiva di un double dip recessivo in Europa per via dei noti provvedimenti restrittivi. Non che negli Stati Uniti non si manifesti alcuna emergenza sanitaria; ma lì, evidentemente, gli organismi decisionali si muovono con maggiore sollecitudine.
E dire che il gap di performance economica era andato costantemente migliorando per quasi tutto il 2020. A novembre, invece, la svolta: il PMI manifatturiero USA ha continuato a crescere, il PMI dell’Eurozona si è stabilizzato, pur rimanendo su livelli elevati.
Ma lo spread di impeto manifatturiero ha radicalmente svoltato verso il basso e, con esso, la performance relativa dell’Eurostoxx.
D. Il Ftse Mib sta provando a reagire dopo i minimi di periodo segnati in avvio di settimana. Quali le attese nel breve?
R. Credo che a 23000 punti il FTSE MIB sia sostanzialmente arrivato. A questo punto l’onere della prova ricade sui rialzisti: a meno di superare in modo convincente questa resistenza, considererei i giochi fatti almeno fino alla prossima primavera.
Non posso che reiterare quanto segnalato più di un mese fa: il premio per il rischio era e rimane eccessivamente compresso: un CDS a 5 anni inferiore ai 100 punti base ha sempre intercettato i massimi di mercato negli ultimi cinque anni.
Mi aspetterei ancora lateralità nelle settimane a venire, più che un ribasso marcato. Ma le sorprese sono destinate a manifestarsi verso il basso. Curioso come questa facile previsione abbia anticipato la crisi politica: è come se i partiti aspettassero che si raggiungano determinati livelli sui misuratori di rischio di credito della repubblica, prima di offrire il peggio di sé.
D. A Piazza Affari consiglierebbe di puntare sui petroliferi in questa fase? qual è la sua view in particolare su ENI e Saipem?
R. Il poderoso rally di novembre, purtroppo non ha conosciuto un seguito degno di nota. Mi duole dirlo, ma allo stato attuale abbiamo assistito a null’altro che ad un rimbalzo di natura correttiva, essendo mancata una prova contraria.
I grafici di ENI e di Saipem tutto sommato appaiono abbastanza simili. Lo stesso indice settoriale conferma questa infausta diagnosi, con le quotazioni dell’Energy salite fino a lambire la resistenza su scala mensile.
Un anno fa si manifestava analoga vana sollecitazione della resistenza dinamica, e non finì molto bene.
D. Nell’Outlook per il 2021 pubblicato ad inizio anno, si sofferma su questo eccesso di liquidità: vuole spiegare meglio di cosa si tratta?
R. È presto detto. Si fa riferimento a quella porzione di liquidità, generata dalla Federal Reserve, non assorbita dall’economia reale. Dunque l’offerta di moneta, al netto della variazione dei prezzi al consumo, a cui sottraiamo la variazione annuale della produzione industriale. Per definizione, questa liquidità in eccesso da qualche parte deve finire. Facile indovinare dove.
È facile rilevare come i massimi di mercato, o comunque l’avvio delle fasi correttive più o meno prolungate; siano precedute da una contrazione della liquidità in eccesso: come occorso nel 2007, nel 2010 (flash crash) o nel 2015.
Viceversa, una liquidità in eccesso sovrabbondante, tende a favorire l’aumento ulteriore delle quotazioni di mercato azionario. Ecco, in questo schema si inserisce lo scenario atteso per quest’anno.
Benché, devo dire, ho idea che nel 2021 la liquidità in circolazione fronteggerà un calo dell’offerta dell’economia reale indotto dagli sconvolgimenti della recessione da CoViD. Tanto denaro, per pochi beni. Non mi sorprenderei se a fine anno discutessimo più della tendenza dei prezzi al consumo, che di quelli azionari.