Piazza Affari
Quando tornare bullish a Piazza Affari?

Pubblichiamo l'intervista concessa da Gaetano Evangelista, Amministratore Unico di AGE Italia e redattore del Rapporto Giornaliero; a Davide Pantaleo, redattore del portale finanziario Trend-Online.com. L'intervista spazia su diversi temi: la persistente sottoperformance delle borse europee rispetto a Wall Street, la distribuzione a Piazza Affari che ha preceduto lo scivolone degli ultimi mesi del FTSE MIB, lo strapotere del dollaro e il mutamento epocale sull'oro segnalato dal CoT. Buona lettura!

DOMANDA. I mercati azionari americani ed europei mostrano un andamento differente, con i primi su nuovi massimi storici e i secondi più titubanti. Questa tendenza è destinata a durare? Cosa si aspetta in generale per le Borse?

RISPOSTA. In effetti questo per me è un enigma difficile da spiegare. Come sappiamo, da sempre i rapporti di forza fra le piazze borsistiche sono alimentati dalle differenti dinamiche macroeconomiche. In particolare quando confrontiamo Europa e Stati Uniti, calcoliamo la differenza fra i rispettivi indici delle sorprese macro. Questo dato da sempre è ben correlato all’andamento del rapporto fra Eurostoxx50 e S&P500: sia in valuta locale, sia in valuta comune, cambia poco.
Da quattro mesi a questa parte la differenza fra gli indici delle sorprese macro ha svoltato verso l’alto: i dati economici hanno sorpreso in positivo in Europa, più di quanto abbiano fatto negli USA. Questa inversione di tendenza però non si è accompagnata ad una svolta verso l’alto nei rapporti di forza.

Ho esaminato la questione e negli ultimi quindici anni una simile anomalia si è manifestata soltanto altre due volte. Davvero molto poco per trarne indicazioni. Trovo che la debolezza relativa dei nostri listini sia eccezionale e per quanto mi riguarda inspiegabile.
Mi aspetterei che la musica cambi presto, ma probabilmente occorre un qualche catalizzatore. Forse non è un caso che la nostra sottoperformance è diventata anomala da quando la coalizione di governo, inizialmente allo stato embrionale, è diventata fonte di preoccupazione.

D. A Piazza Affari il Ftse Mib continua a muoversi sempre a poca distanza dai minimi dell'anno. Si aspetta una reazione dai livelli correnti o bisogna mettere in conto nuovi ribassi?

R. In primavera, quando la nostra borsa brillava per forza assoluta e relativa, in questa sede segnalai una anomalia: nei primi quattro mesi dell’anno l’indice MIB aveva conseguito una extraperformance di 5 punti percentuali superiore, rispetto al saldo annuale provvisorio dell’Eurostoxx50.
Questa anomalia è stata registrata in un numero ridotto di occasioni. Posso dire che nel 75% dei casi il MIB è sceso, mediamente ad abbondante doppia cifra percentuale, sei mesi dopo. Per cui mi aspettavo certo questa débâcle, e penso possa durare fino alla fine di ottobre, perlomeno.

Non possiamo negarci però che le rotture che contano si sono manifestate. Inoltre, vedo una debolezza generalizzata: la Advance-Decline Line di Piazza Affari, un indice di ampiezza che considera tutte le società allo stesso modo – a prescindere dalla capitalizzazione e dall’entità della variazione giornaliera – sta realizzando nuovi minimi in sequenza.
Questo sottolinea una condizione di debolezza generalizzata. Ecco, prima di tornare convintamente bullish sul nostro mercato, dovremmo prima registrare un miglioramento dello stato di salute del listino; vale a dire, un ripristino della pendenza positiva da parte della A-D Line.

D. L'euro-dollaro sta indietreggiando dopo aver tentato un allungo oltre quota 1,17. Il rimbalzo della moneta unica è da considerarsi già concluso?

R. Purtroppo, e lo dico davvero a malincuore, c’è uno sviluppo nelle ultime settimane fa riflettere. I fondi speculativi, che nel complesso da maggio dello scorso anno a prima di Ferragosto sono stati bullish sull’euro, tre settimane fa hanno ribaltato la loro posizione; conseguendo un saldo negativo sì simbolico, ma eloquente.

Eloquente perché storicamente quando i fondi speculativi come famiglia assumono una posizione netta al ribasso sull’euro, l’Eur/Usd non tarda a ripiegare. Mi sembra che su questo punto non ci siano contestazioni. Se questo è vero, vorrebbe dire che il recente spunto fino a 1.17 dollari è stata una interessante opportunità per comprare dollari.

D. Ci può rivelare cosa suggeriscono i suoi studi sull’oro? Anche qui i fondi speculativi hanno assunto una posizione degna di nota?

R. La situazione non è proprio comparabile a quella dell’euro, ma per certi versi il nostro CoT Index Report in effetti rivela una sensazionale novità: per la prima volta dal 2001, i fondi speculativi sono net short sull’oro.

Il dato fa riflettere, dal momento che un saldo netto lungo è stato detenuto per tutto il bull market iniziato diciassette anni fa. Se poi pensiamo che durante il precedente bear market i fondi speculativi sono stati nel complesso perlopiù bearish sul metallo giallo, il saldo netto negativo da poco conseguito farebbe pensare che i preziosi vadano incontro ad una nuova gamba di bear market.
Se questo fosse vero, di riflesso è evidente che il dollaro non avrebbe che da guadagnarci.

Classe 1971, laurea cum laude in Economia e Commercio con una tesi di laurea sull'analisi tecnica dei titoli di borsa, si interessa da oltre venticinque anni di tecniche di analisi dei mercati finanziari. Continua...