Wall Street
A che condizioni la volatilità sarebbe destinata ad aumentare

Come ampiamente atteso, il FOMC ha annunciato la scorsa settimana il terzo aumento dei tassi di interesse di quest'anno. È l'ottava volta da quando a fine 2015 è incominciato il ciclo restrittivo. Come più volte riportato, il mercato azionario non si è comportato granché bene nel mese successivo agli inasprimenti del costo del denaro. Molto meglio è andata quando la Fed ha desistito dall'aumentare i tassi di interesse ufficiali.
La tabella in basso sintetizza efficacemente le due dinamiche.

Ponderando il sentiment di mercato, e alla luce delle decisioni assunte di politica monetaria, si direbbe che i rischi propendono perlopiù verso il basso. Ad esempio, la media a 10 giorni del put/call ratio azionario segnala difficoltà per il listino azionario, quando si colloca su livelli oggettivamente contenuti. Ed in effetti le due volte precedenti in cui la Fed ha aumentato quest'anno i tassi, si collocava su livelli infimi: segno di un entusiasmo malriposto, seguito nella migliore delle ipotesi da un mercato stazionario nelle settimane successive.

La buona notizia per i Tori è che, malgrado le resistenze non siano state superate, i livelli di supporto al contempo hanno retto. Un argine da tenere in debito conto sullo SPY si attestaq a 286 dollari. Altre proiezioni convergono a quota 284 dollari. È un'area equivalente a 2840-2860 punti sullo S&P500. Se questo sostegno fosse abbattuto, ci dovremmo aspettare un aumento della volatilità nelle settimane a venire; esasperata dal fatto che i fondi speculativi, di solito dalla parte sbagliata, sono tuttora pesantemente short sul future sul VIX.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...