Wall Street
A questo punto dovremmo comprare

Giusto alla vigilia della scadenza delle tre streghe, la scorsa settimana, la configurazione delle scadenze di future e opzioni sullo S&P500 ha catturato l'attenzione dei più. Come sanno i lettori di lunga data, si tratta di un tema che esploriamo su base continuativa, anche se stavolta l'attenzione dei più è risultata catalizzata dalla nota di JP Morgan, rilanciata da Reuters, a proposito della scadenza di quasi 1100 miliardi di dollari in opzioni sullo S&P500; in prevalenza (60%) opzioni put, adottate come copertura di portafoglio.
Le decisioni della Fed sui tassi di interesse hanno generato una notevole volatilità in ambo le direzioni. La base 210 dello SPDR S&P 500 ETF Trust (SPY) ha fatto da calamita nei minuti successivi alla riunione del FOMC, con la Fed che ha reso noto il percorso che condurrà ad un graduale aumento dei tassi nel 2016 e nel 2017. Non a caso lo S&P mercoledì sera è tornato in territorio negativo per l'anno corrente, nonché sopra la propria media mobile a 200 giorni.
Ma giovedì mattina pesanti vendite hanno interessato il mercato, che ha tristemente replicato venerdì, al punto da interessare la base 200, dove guardacaso ci sono notevoli posizioni aperte sulla put sullo SPY. Lo SPY vi ha chiuso sopra, e lo S&P ha chiuso in calo la settimana di appena lo 0.3%. Una revisione degli eventi della scorsa settimana può fornire alcune linee guida circa cosa attendersi nelle prossime settimane: da un lato, un noto analista di una primaria banca di investimento ha messo in guardia circa il potenziale da sell-off successivo alla settimana di scadenze tecniche trimestrali, grosso come come occorso ad agosto. Da questo punto di vista, la chiusura piatta può essere interpretata come una vittoria per i Tori. Tuttavia, un Orso potrebbe ribattere che con il venir meno dell'incertezza legata alla politica monetaria, e con la stagionalità favorevole di dicembre, il mercato avrebbe potuto salire; ma non l'ha fatto.
Per cui siamo in presenza di uno scontro, che per la verità perdura da tutto l'anno, e che non accenna a venir meno. In dieci degli ultimi dodici mesi è stato toccato e ritoccato il livello di chiusura del 2014 a 2058.90 punti.

Anche le cifre tonde hanno avuto la loro importanza. Tendenzialmente ha pagato comprare a 2000 e vendere a 2100 punti. Delle 244 sedute di borsa di quest'anno, ben 141 hanno chiuso all'interno di questo range. Se espandessimo l'intervello di prezzo fino a 2200 punti, si otterrebbe il 79% delle chiusure al suo interno. Da questo punto di vista lo scenario di breve periodo favorirebbe i Tori: una chiusura esattamente a ridosso dei 2000 punti invoglia all'acquisto. Andrà bene anche questa volta? staremo a vedere...

* Todd Salamone per Schaefferresearch.com

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...