Wall Street
Correzione ad ottobre? niente panico!

La stagione trimestrale degli utili ha preso ufficialmente il via, con la delusione provenuta da Alcoa, che ha appesantito un mercato già infastidito dall'aumento dei tassi di interesse, dal recupero del dollaro e dalla Fed che ancora lascia intendere la volontà di intervenire sul Funds rate a dicembre. Dall'inizio di settembre, i tassi di interesse a lunga scadenza sono cresciuti a venerdì del 13%, mentre il dollaro si è apprezzato del 2%. Il mercato a termine prezza una probabilità del 64% di aumento dei tassi ufficiali prima di Natale. Le oscillazioni valutarie minacciano di essere impattanti per le numerose compagnie internazionali quotate, e in particolare per i loro profitti.
Nonostante tutti questi sviluppi, Wall Street rimane racchiusa in un trading range. Lo S&P500 ha realizzato una rarissima doppia "inside bar" a livello settimanale, che la passata ottava ha rotto verso il basso, provocando un aumento della volatilità. Dal punto di vista stagionale, il mese corrente vanta il peggior drawdown medio dell'anno, al -4.69% negli ultimi cento anni. Ma dopo aver sperimentato tipicamente un ripiegamento, il mercato azionario tende a ripartire.
Sicché la partenza fiacca non può risultare sorprendente, e il rimbalzo di giovedì scorso è avvenuto a ridosso di supporti degni di nota: in particolare ha retto la trendline che partiva dal minimo di febbraio, e che connetteva il bottom di metà anno; senza considerare i massimi dello scorso anno che, una volta superati, agiscono da supporto.
Il semestre compreso fra novembre e aprile, storicamente il migliore dell'anno, è dietro l'angolo; così come il bimestre novembre-dicembre è senza eguali per performance media negli ultimi cinquant'anni.

Con la stagione degli utili che si va riscaldando, fioccano le previsioni aggiornate degli analisti: con riferimento alle compagnie dello S&P500, la stima è per una contrazione del 2.1%: sarebbe il sesto trimestre consecutivo di contrazione su base annuale. La rivalutazione recente del dollaro di sicuro non gioca a favore. Il Price/Earnings forward si attesta a 16.7 volte: più della media storica (14.9 volte). La novità è costituita dal settore energetico che, dopo essere stato una zavorra per il mercato, vedrà i ricavi salire ai livelli più elevati dalla fine del 2014, grazie al rimbalzo delle quotazioni del greggio.

* Todd Salamone per Schaefferresearch.com

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...