Corsa frenetica all'acquisto di coperture

- 09/03/2020
A metà della scorsa settimana, sulla scia del taglio straordinario dei tassi ad opera della Federal Reserve, sembrava che stessimo per realizzare un minimo "a V". Mercoledì eravamo sui massimi della settimana. Ma fra giovedì e venerdì abbiamo assistito ad uno spostamento epocale dalle azioni al reddito fisso. La volatilità è crollata il giorno del taglio Fed: da un massimo a 49.5 punti - il quadruplo del minimo di quest'anno - a 24.93 punti; praticamente la metà. Venerdì il VIX si affacciava sopra i 50 punti, in una mossa che ricorda quanto occorso nel 2015 e nel 2018. Un minimo a portata di mano: aspetterei una chiusura inferiore alla media mobile a 10 giorni prima di sbilanciarmi in questo senso.
La figura in basso mostra il rapporto fra opzioni put sullo S&P comprate e opzioni call, in termini di media a 10 giorni. A metà febbraio il rapporto si attestava a 1.87 volte. Il 5 marzo, il rapporto svettava a 2.20 volte: su massimi plurimensili. Da tenere presente che gli accresciuti acquisti di opzioni put a scopo di copertura di portafoglio, è avvenuta su livelli di volatilità alquanto elevati: fra 22 e 50 punti; a testimonianza dello stato di panico raggiunto in concomitanza con il crollo del mercato. Se i trader sono disposti a comprare coperture ad ogni costo, non è detto che siano disposti a liquidare definitivamente il portafoglio azionario.
Un rischio nell'immediato è l'enorme accumulo di posizioni in put sulle opzioni sullo SPY. Chi fa copertura di solito acquista opzioni put out of the money, essendo disposto ad accettare ribassi del 5, 10 o anche 20% prima che la protezione scatti. Con il ribasso degli ultimi giorni, molte basi sono state raggiunte, il che genera ulteriore pressioni sul mercato: dal momento che i venditori di put sono costretti a vendere il future sullo S&P nel tentativo a loro volta di coprirsi.