Wall Street
Cosa implica un basso livello di put/call ratio

Gli investitori in questi mesi hanno mostrato una particolare predilizione per le opzioni call, producendo letture estreme sui put/call ratio. Parliamo al plurale, perché diversi sono i mercati (CBOE, ISE e PHLX) contemplabili, diverso è il risultato se ci si sofferma soltanto sull'apertura di posizioni lunghe, ovvero se si lavora sui volumi o sull'open interest.
La figura in basso mostra la media a 20 giorni del put/call ratio azionario relativo all'apertura di posizioni lunghe ("BTO"). Si nota bene il conseguimento di un minimo estremo, ad evidenza del notevole ottimismo raggiunto. Per due motivi una simile condizione finisce per incidere negativamente sul mercato: indica che gli investitori hanno già dato tutto, e dunque non vi è denaro addizionale impiegabile; e perché in simili condizioni di saturazione, ogni minima notizia è tale da indurre vendite incontrollate.

La tabella in basso sviluppa questa argomentazione. Si parte dal 2014, ricercando i livelli estremi del put/call ratio, massimi o minimi che siano stati. Sono proposte le performance conseguite nelle tre possibili condizioni. Quando le letture sono particolarmente basse, le performance successive sono vistosamente deludenti: in special modo dopo tre mesi. Un valido motivo per affrontare con cautela l'attuale fase di mercato.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...