Dobbiamo preoccuparci della divergenza da Dow Theory?

- 15/06/2015
A parte le incertezze macroeconomiche collegate ai negoziati fra Grecia e creditori, nonché alla prossima (?) decisione da parte della Fed di aumentare i tassi di interesse ufficiali; ci sono alcuni aspetti tecnici che rendono gli investitori particolarmente nervosi. Uno di questi poggia sulla teoria di Dow: sin da quando, alcune settimane fa ormai, l'indice raggiunse un nuovo massimo annuale (e storico).
Il dibattito sinceramente è intrigante, e cela il fatto che il settore finanziario nel frattempo sia sia comportato decisamente bene nel medesimo arco di tempo. Lo scorso mese in effetti, sia il Dow Jones che il settore finanziario, impersonificato dal Financial Select Sector SPDR ETF (XLF) hanno realizzato un massimo a 52 settimane, mentre nel frattempo il Dow Trasporti sottoperformava, impensierendo gli analisti tecnici; specie quanto il "TRAN" ha perso più del 5% dal massimo annuale.
La domanda dunque è: questa divergenza è motivo di preoccupazione? e come giudicare la vitalità dei finanziari? questi interrogativi hanno stuzzicato la nostra curiosità, spingendoci a compiere alcune analisi storiche.
Lo studio parte dal 2000 (15 anni), ed esclude i segnali che dovessero manifestarsi a meno di tre mesi dal precedente. Una conferma è definita da un Dow Jones che realizza un massimo annuale, con l'XLF e il TRAN che si collocano a meno del 5% dai rispettivi massimi annuali. In queste circostanze, il Dow Jones sottoperforma i ritorni medi storici a distanza di sei mesi, presentando una frequenza positiva ancora una volta inferiore alla media.
Nei (peraltro, pochi) casi in cui il Dow invece realizza un massimo annuale, a fronte di un TRAN che si distanzia di oltre il 5% dal suo picco, il primo sperimenta ritorni a sei mesi di gran lunga superiori alla media! ciò va senza dubbio in direzione opposta rispetto a quanto si legge comunemente in giro.
Inoltre, si rileva che le conferme (o le mancate conferme) da parte dell'XLF risultano più significative rispetto a quelle che possono pervenire dal TRAN.
Che sia la Fed, l'economia, le incertezze nell'Eurozona o l'analisi tecnica che suona campanelli d'allarme; è evidente la notevole dose di cautela che caratterizza il mercato azionario. Infatti, i 38.6 miliardi di deflussi dai fondi comuni azionari domestici dall'inizio dell'anno, conferma il pessimismo rilevato dal sondaggio settimanale condotto da American Association of Individual Investors (AAII), con la media a 4 settimane dei Tori che si collocava la passata ottava ai livelli più bassi addirittura da marzo 2009. Manco a dirlo, storicamente in circostanze analoghe i ritorni futuri si sono rivelati decisamente superiori alla media.
* Todd Salamone per Schaefferresearch.com