Wall Street
FOMC: si ripete lo schema di giugno?

Malgrado l'ennesimo annuncio di dazi doganali da parte del presidente Trump, lo S&P ha raggiunto durante la settimana di scadenze trimestrali di settembre un nuovo massimo storico. Dicono perché l'aliquota indicata è risultata inferiore al temuto. Inoltre, i Tori sono stati agevolati dal fatto che i venditori delle opzioni call sullo SPY hanno liquidato le posizioni, aggiungendo le proprie ricoperture agli altri acquisti. Alla fine Wall Street è salita mediamente dello 0.8%.
Dal punto di vista tecnico, lo S&P ha raggiunto una potenziale resistenza a 2940 punti. Qui l'indice guadagnerebbe il 10% rispetto allo scorso anno, e ciò potrebbe ispirare qualche presa di beneficio. Qui inoltre si colloca la parete superiore del canale ascendente che connette massimi e minimi in essere da aprile.
Anche il vecchio Dow Jones questa volta si è prodotto nel raggiungimento di un nuovo massimo, spingendosi finalmente oltre la barriera a 26000 punti. È rimasto attardato il Russell 2000, contenuto ancora una volta da quota 1700 punti.

Ma gli occhi di tutti sono ora puntati sull'imminente riunione del FOMC. Il mercato a termine prezza una probabilità del 94% di aumento dei tassi. Sembra di rivivere l'esperienza di giugno: anche allora il mercato era in ipercomprato e la Fed si accingeva ad aumentare i tassi. In effetti durante questo ciclo monetario restrittivo, l'andamento di mercato nel mese successivo ai nulla di fatto è stato sensibilmente più brillante rispetto all'andamento nel mese successivo al rincaro del costo ufficiale del denaro: nel primo caso lo S&P è salito mediamente del +1.48%, nel secondo caso, ha perso l'1.15%.

 

* Bernie Schaeffer per Schaefferresearch.com

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...