Gli indici ballano ancora attorno alle cifre tonde

- 04/05/2015
Alcuni dati inferiori alle attese e qualche delusione sul fronte degli utili, hanno spinto la scorsa settimana gli indici di Wall Street sotto le rispettive cifre tonde precedentemente superate. Con la Fed che insiste nel precisare che gli aumenti dei tassi di interesse dipenderanno dai dati che sopraggiungeranno, appare evidente che gli investitori si aspettano un rincaro del costo del denaro per fine anno; il che limita lo spazio per dati deludenti.
Il rimbalzo di venerdì comunque ha rovesciato una tendenza che incominciava a diventare fastidiosa: il Russell2000 ad esempio aveva appena violato la media mobile a 80 giorni, per la prima volta da dicembre, prima di ritornarvi sopra. Oltretutto l'indice delle midcap americane ha raggiunto una obiettiva condizione di ipervenduto; ma è comunque a rischio di sottoperformance, se il dollaro dovesse continuare ad indebolirsi.
Per fortuna dei Tori, anche se gli indici aggredissero definitivamente le cifre tonde, ci sono altre aree di potenziale supporto subito sotto. Ad esempio, a 2059 punti c'è la chiusura dello S&P del 2014, che già altre volte quest'anno ha agito da supporto. Mentre per il Composite quota 4825 punti ospita la media mobile a 120 giorni, oltre alla zona dei massimi dello scorso anno.
Merita attenzione anche il modo con cui gli indici reagiscano alle performance annuali conseguite. Ad esempio il ripiegamento del Nasdaq ha trovato sostegno in prossimità del livello ove la performance tocca il 20%. È una soglia su cui il Composite rimbalza da metà febbraio.
Il Dow Jones nel frattempo ha arrestato la discesa in prossimità di una performance annuale del 10%, al pari dello S&P400.
Una potenziale minaccia nel breve periodo è costituita dal sentiment degli investitori che, in termini di attività sul mercato delle opzioni, ha raggiunto un estremo a 7 mesi. La media a 10 giorni del put/call ratio azionario, come evidenzia il grafico in basso, sta svoltando verso l'alto dopo aver raggiunto un minimo considerevole, il che implica che l'acquisto di opzioni put (una scommessa direzionale, o la copertura di una posizione long) è tendenzialmente prevalente rispetto all'acquisto di opzioni call. Svolte di questo tipo in passato hanno anticipato un periodo di difficoltà per il mercato. A meno che il rapporto svolti nuovamente verso il basso, raggiungendo i livelli toccati all'inizio dell'anno.
* Todd Salamone per Schaefferresearch.com