Wall Street
Gli operatori si posizionano in attesa del FOMC

Ancora una volta il rialzo del VIX è contenuto in prossimità del 50% di incremento dal minimo del mese scorso. Al momento però l'indice di volatilità non è sceso al di sotto della media a 200 giorni, a differenza di quanto sperimentato in passato; il che non fa escludere nuove impennate. D'altro canto, la volatilità delle opzioni sullo S&P (VIX) tende a crescere prima di eventi macro importanti; come la riunione del FOMC in programma questa settimana. Dal rilascio delle minute dell'ultimo FOMC del 22 maggio, Wall Street ha mostrato un andamento non direzionale, compreso fra il supporto a 1600-1610 e la resistenza a 1640-45 punti. La riunione della Fed prevista per oggi e domani potrà rappresentare il catalizzatore in grado di far uscire il mercato da questa congestione.
Troviamo interessante che lo S&P si trovi alla vigilia di questo evento esattamente sui livelli dello scorso 13 maggio: il primo giorno in cui si cominciò a parlare di exit strategy. Il premio sulle opzioni sull'indice sta crescendo: un comportamento che ci ricorda quanto successo alla fine dell'anno passato nell'imminenza del fiscal cliff, con il VIX che balzò dai 15.06 punti di fine novembre ai 22.72 punti di fine dicembre, e con lo S&P che nel frattempo sceso solo di 13 punti. Il VIX sarebbe successivamente imploso fino a 12.43 punti a gennaio di quest'anno.
Per la verità, rispetto a quell'evento si scorge una analogia e una differenza. Il numero di opzioni call sul VIX comprate scese prima della data limite del fiscal cliff; analogamente, questo dato è calato nell'imminenza del prossimo FOMC. Rispetto ad allora, però, la differenza è che l'acquisto di opzioni put sul VIX è cresciuto vistosamente, e si colloca difatti ai livelli più alti degli ultimi 15 mesi. E' chiaro che chi lavora sulla volatilità confida nel ripetersi dello scenario di gennaio, in termini di implosione della volatilità post-evento; a prescindere dall'andamento effettivo del mercato dopo l'annncio che sarà dato dalla Fed.
Detto questo, chi è al rialzo non deve ignorare che ci sono molti più operatori disposti a scommettere su una implosione del VIX dopo il FOMC, rispetto a quelli che piazzarono questa scommessa prima della deadline del fiscal cliff. Il risvolto di questa osservazione potrebbe essere un mercato non pienamente isolato dal verificarsi di uno scenario negativo, e non appagante in termini di verificarsi dello scenario positivo. In altre parole, a dicembre in pochi credevano che il VIX avrebbe potuto collassare come in effetti si è avverato (questo perché in pochi credevano che a gennaio il mercato avrebbe potuto salire). Con il crescere degli operatori che confida in questa evoluzione, ciò rende il mercato vulnerabile a evoluzioni negative.

* Todd Salamone per Schaefferresearch.com

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...