Wall Street
Gli ottimisti largheggiano: trading range in vista?

Dopo le elezioni presidenziali il mercato azionario ha decisamente surclassato quello obbligazionario; ma sempre più si chiedono se Wall Street sia salita troppo, e in troppo breve tempo. La scorsa settimana abbiamo assistito alle decisioni sui tassi da parte del Federal Open Market Committee (FOMC) e alla scadenza delle opzioni di dicembre. Non a caso lo SPY ha esitato in prossimità della base 225, equivalente a 2250 punti di S&P500. Qui in effetti era concentrato l'Open Interest più consistente fra le opzioni call in scadenza: una resistenza naturale, senza considerare che qui lo S&P consegue un guadagno del 10% dall'inizio dell'anno. Sopra, nel caso, non ci sarebbero difficoltà prima dei 2300 punti di indice.
Per fortuna dei Tori il mercato ha solamente indugiato, senza ripiegare. Il quadro tecnico resta benigno, rafforzato dai nuovi massimi storici. A livello di ampiezza, però, si segnala una contrazione delle azioni in crescita.

L'ottimismo in effetti sta raggiungendo il mercato. Il sondaggio di Investors Intelligence segnala una percentuale di ottimisti come non si registrava da luglio 2014. Negli ultimi cinque anni, una differenza fra Tori e Orsi superiore ai 40 punti percentuali, è sempre stata registrata prima di un trading range o di una correzione vera e propria.
In effetti la rilevazione corrente si colloca al 93esimo percentile di tutte le letture settimanali dal 1972. L'esame statistico rivela che questo estremo non è necessariamente un invito a liquidare azioni, ma conferma la probabilità di un mercato piatto per le settimane entranti.

* Todd Salamone per Schaefferresearch.com

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...