Wall Street
I livelli da monitorare dopo il FOMC

I Tori hanno assunto il controllo del mercato. Molti credevano che le aspettative circa gli utili per il secondo trimestre fossero eccessive, e disallineate all'andamento economico. Ma probabilmente questo timore era già incorporato nei prezzi.
Il Federal Open Market Committee (FOMC) nel frattempo ha consegnato l'atteso aumento dei tassi ufficiali da 75 punti base, a fronte di un'economia entrata formalmente in recessione: il PIL essendosi contratto per due trimestri di fila. Ma dopo l'enorme polverone sollevato da queste release, i compratori sono tornati a prevalere: dopo un inizio incerto la passata ottava, culminato con la sollecitazione del supporto a 3900 punti, lo S&P si è spinto poderosamente sopra quota 4 mila, chiudendo oltre il 10% sopra il minimo di metà giugno.

Se quel minimo si rivelasse definitivo, non sarebbe insensato proiettare un target a 4375 punti: specie se i gestori di fondi dovessero iniziare ad impiegare la copiosa liquidità che hanno messo da parte temendo il peggio.
Nel frattempo le azioni vendute allo scoperto sono salite ai massimi dalla fine del 2020: una posizione in grave sofferenza alla luce dell'andamento recente di mercato, che genera una certa pressione in termini di potenziali ricoperture.

Nel frattempo la resistenza più immediata si colloca a 4160-4175 punti: da qui è partita l'ultima gamba di ribasso da 10%. Se lo S&P dovesse superare questa soglia, l'attenzione si sposterebbe verso i 4290-4300 punti, un 10% sotto la chiusura del 2021. Naturalmente sotto i 3900 punti sarebbe opportuno assumere un atteggiamento difensivo nei confronti del mercato.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...