I ribassisti saranno costretti a ricoprirsi?

- 23/03/2022
S&P500 e Nasdaq sono riusciti a spingersi oltre la parete superiore dei canali discendenti entro cui si sono mossi a partire dalla fine dello scorso anno, quando la Fed rivide il suo orientamento di politica monetaria. Curioso come il break sia coinciso con il conseguente aumento dei tassi di interesse sancito la settimana scorsa dal FOMC. Si direbbe che gli investitori siano passati dai timori iniziali, alla presa d'atto circa l'opportunità di adeguare il costo del denaro alle esigenze dell'economia.
A questo punto la prossima resistenza è situata a 4600 punti, fra l'altro massimo di inizio febbraio. Le vendite dovrebbero essere poste in essere soltanto in caso di ritorno all'interno del mostrato canale, con la parete superiore che passa fra 4360 e 4325 punti, nel corso della settimana corrente.
Apparentemente trader ed investitori hanno mollato la presa, con i sondaggi e la scarsa preferenza per le opzioni call che sottolineano un montante pessimismo circa le prospettive del mercato azionario. Infatti, la media a 10 giorni del put/call ratio sulle società del paniere del Nasdaq 100, ha raggiunto i livelli estremi di inizio 2020, quando in effetti un importante minimo fu raggiunto dal mercato. Questo mentre l'NDX si spinge oltre la soglia dei 14 mila punti: il doppio del minimo di due anni fa.
Lo stesso indicatore, per lo S&P500, si è spinto decisamente oltre il picco dell'11 febbraio. Il che denuncia l'accumulazione di posizioni ostili nei confronti del mercato. Per cui se l'indice dovesse proseguire la sua ascesa, queste scommesse ribassiste si rivelerebbero deficitarie, premendo gli investitori ad una liquidazione che alimenterebbe ulteriormente la crescita delle quotazioni azionarie.