Wall Street
I Tori confidano in un breakdown del VIX

Come ho rilevato una settimana fa in questa sede, lo S&P ha iniziato l'ottava appena sopra i supporti che contano, generando le condizioni per un rimbalzo. Le notizie hanno riportato il mercato all'interno del trading range inaugurato lo scorso 21 marzo, l'ultima volta che la Fed ha aumentato i tassi di interesse. La retorica della guerra commerciale fra Cina e Stati Uniti non ha avuto però seguito, alimentando il rimbalzo dei corsi azionari. Tuttavia le resistenze, assieme alle accuse rivolte dal Segretario di Stato nei confronti del dittatore siriano Assad, hanno contenuto il rally.
Il punto è che, sebbene sussista un consistente supporto fra 2550 e 2600 punti, al contempo si rileva una corposa resistenza fra 2650 e 2700 punti, che sarà sollecitata questa settimana: si tratta della chiusura del 2017 (2673 punti), del livello di chiusura registrato lo scorso 21 marzo, e di soglie in prossimità delle quali c'é un notevole Open Interest sulle opzioni sullo SPY. In assenza di grosse notizie, le transazioni produrranno un andamento perlopiù laterale.
Il VIX la scorsa settimana è sceso, chiudendo però in prossimità dei 18 punti. A 18.30 si calcola il doppio del minimo in sede di chiusura di quest'anno, mentre 18.66 punti è la metà del massimo del VIX del 2018. A 16.91 punti scorre la media mobile a 80 giorni. I rialzisti dovrebbero auspicare la definitiva penetrazione di queste soglie.
In ottica di lungo periodo, trovo incoraggiante per i Tori che i fondi speculativi siano ancora net long sul future sul VIX. Alla luce del discutibile track record di questa tipologia di investitore, il rialzo della volatilità dovrebbe essere contenuto, con quota 25 che agirà da resistenza per parecchio tempo.


Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...