Wall Street
I Tori si sono posizionati: manterranno il controllo? (II Parte)

Mentre l'SPX ha mantenuto i livelli di supporto la scorsa settimana, il CBOE Market Volatility Index (VIX-17,45) ha registrato diverse chiusure al di sopra del livello 18,23, che è uno dei due livelli che avevo suggerito potessero presagire un rischio crescente di letture più elevate della volatilità attesa e di prezzi azionari più bassi nell'immediato futuro.
Questo ha rappresentato un rompicapo per i trader, perché alla chiusura di giovedì e prima della lettura delle buste paga di settembre di venerdì mattina, il VIX continuava a suggerire cautela, avendo chiuso sopra 18,23 per il terzo giorno consecutivo (si veda il cerchio nel grafico sottostante). Questo in un contesto in cui l'SPX ha mantenuto un supporto del 10% al di sopra della chiusura dello scorso anno, segnalando potenzialmente un aumento dei prezzi delle azioni.
In effetti, la chiusura del VIX di giovedì ha preannunciato il calo di venerdì mattina, ma il ribasso è stato breve, con il livello 4.225 che ha segnato il minimo intraday per il quarto giorno consecutivo. Inoltre, il VIX ha innescato un segnale di acquisto quando è sceso al di sotto di 18,23 nella tarda mattinata di venerdì.

Per quanto riguarda il panorama del sentiment, da settimane sostengo che, sebbene nel breve termine si sia assistito a un deterioramento tecnico, il rischio maggiore per gli orsi è rappresentato da un sentiment eccessivamente pessimista e a livelli che hanno preceduto i rally.
Ad esempio, gli acquirenti di opzioni azionarie, secondo il grafico sottostante, si trovano agli estremi del pessimismo. Più alto è il rapporto, maggiore è lo scetticismo di questo gruppo. Si noti che tendono a sbagliare nei punti di svolta fondamentali, e uno di questi punti di svolta potrebbe essere adesso.

A ciò si aggiunge il fatto che i gestori attivi, secondo il sondaggio settimanale della National Association of Active Investment Manager (NAAIM), hanno la più bassa allocazione alle azioni da agosto. La loro allocazione alle azioni, infatti, si aggira intorno a quella di gennaio e marzo di quest'anno, entrambi precedenti ai rally.
Non dimentichiamo che il calo delle azioni è stato attribuito all'aumento dei tassi d'interesse e alla riduzione delle obbligazioni. Ma dove andranno a finire i tassi? Secondo il mio commento della scorsa settimana, da una prospettiva contrarian, non ci si dovrebbe sorprendere se siamo a un picco dei tassi o quasi, anche se solo temporaneo, e tutti, tranne pochi, prevedono un aumento dei tassi. Credo che basterebbe che i tassi non salissero o almeno si stabilizzassero ai livelli attuali perché si materializzi un rally azionario.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...