Wall Street
Il conflitto legato al triangolo di Wall Street

I principali indici hanno sperimentato un rimbalzo la passata ottava, assecondando la teoria che vede il mercato brillare, nelle settimane successive ad un FOMC che si conclude con un nulla di fatto sul fronte dei tassi di interesse. Al contrario, quando la Fed aumenta i tassi, come occorso lo scorso 21 marzo, il mercato maldigerisce la notizia. Alla fine, l'operato della banca centrale americana risulta decisivo, più di notizie esogene che scuotono i nervi degli investitori soltanto per un limitato arco di tempo.
Sta di fatto che il rimbalzo ha spinto le quotazioni oltre le resistenze; alcune delle quali sono eclatanti: come la trendline che sullo S&P connetteva i massimi discendenti in essere da gennaio. Meno noto è il fatto che lo SPY, l'ETF sullo S&P500, ha chiuso per la seconda volta sopra i 270.41 dollari, dopo l'episodio del 18 aprile; unico caso, dopo la chiusura del citato 21 marzo. Ciò dovrebbe consentire un allungo alle quotazioni. Riconosco un certo disagio per l'ampio clamore suscitato dal triangolo da cui siamo fuoriusciti; ma questa perplessità è compensata dalla negatività che si è fatta largo di recente fra gli investitori, malgrado tutto.

 



Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...