Il potenziale massimo di ripiegamento

- 15/10/2019
La settimana passata non è iniziata con il piede giusto, con il presidente Trump che ha minacciato di bloccare i fondi pensione americani che investissero nelle società cinesi quotate in borsa, oltre ad aver messo al bando le società di Pechino in affari con le compagnie americane. Le misure sono state interpretate come minacce per il progresso dei negoziati commerciali. Dichiarazioni, smentite, rumor e tweet hanno contraddistinto l'intera ottava, provocando una esasperazione della volatilità.
Il minimo di martedì scorso è stato registrato sulla trendline che parte dal bottom di giugno. Da lì è partita una reazione che venerdì ha riportato lo S&P oltre i 2950 punti, grazie alle schiarite nel frattempo sopravvenute sul fronte commerciale. Il superamento di questa soglia, ostativa nei mesi passati, è da vedersi con favore.
Lo S&P però entra nella settimana di scadenze tecniche mensili, affrontando un'altra resistenza di rilievo: quella a 3000 punti. A 3008 punti l'indice conseguirebbe un guadagno del 20% da inizio anno. Per rimarcare la rilevanza di queste performance, l'iShares 20+ Year Treasury Bond ETF (TLT) ha subito un pesante arretramento, la scorsa settimana, dopo essersi apprezzato di giusto il 20% dall'inizio dell'anno...
Questo andamento erratico ha fatto la gioia degli operatori in opzioni, che intascano il premio incorporato in call e put, in attesa che sopraggiungano le scadenze. L'esame della configurazione dell'open interest evidenzia a 293 dollari: sicché 2930 è ora il supporto che conta per lo S&P500.
Il sentiment riflette questa situazione di equilibrio. Certo, rispetto ad alcune settimane fa si nota un crescente pessimismo. Non sarebbe sorprendente vedere il rapporto fra put e call comprate svoltare verso il basso nei prossimi giorni, sebbene nella circostanza svolterebbe da livelli già depressi, il che esclude la presenza di denaro "bollente" in grado di sospingere nel breve periodo consistentemente verso l'alto le quotazioni di mercato.