Wall Street
Il prezzo da pagare

Non è ancora ben chiaro se la fiammata del VIX di fine gennaio sopra la media mobile annuale, costituisca un colpo di avvertimento agli investitori, ma non c'é dubbio che essi siano stati messi alla prova: la settimana scorsa, ancora una volta. Dal massimo assoluto di metà febbraio, gli indici americani hanno ceduto dal 4.2% dello S&P al 9.7% del Nasdaq. Mi chiedo se la penetrazione della media mobile a 50 giorni, per quanto marginale, possa indurre le mani deboli a mollare la presa.

Il Nasdaq ha avuto la meglio, con una flessione che ha sfiorato la definizione formale di correzione, prima del forte rimbalzo di venerdì. A gennaio, il rpporto fra put e opzioni sull'NDX raggiungeva un minimo pluriennale. Trovo interessante rilevare come i minimi di giovedì scorso siano intervenuti sugli stessi livelli. Chi ha comprato ad inizio dicembre e ad inizio gennaio ha beneficiato ben poco del rialzo, se non è ancora in perdita. Si è reso necessario pagare un prezzo, sebbene più tardi del previsto.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...