Il rischio di vendite da delta hedging permane

- 26/09/2022
Nel commento della scorsa settimana ho segnalato come il mercato fosse ancora estremamente vulnerabile a causa del delta hedging, quel fenomeno per cui i venditori di opzioni put sugli indici azionari, si vedono costretti a loro volta a coprirsi andando short sul future man mano che le quotazioni si avvicinano alla base. Non è un caso che ciò sia avvenuto subito dopo che lo SPY ha chiuso sotto quota 385 dollari, dove risiedeva una consistente posizione aperta. Il fatto che ciò sia avvenuto in concomitanza con il FOMC è abbastanza irrilevante, visto che Powell si è limitato a ribadire quanto già affermato a Jackson Hole in merito alla necessità di sradicare l'inflazione a tutti i costi.
Alla fine di un processo di vendite autoalimentantesi, lo SPY sul finire della settimana è sceso fino poco sopra i 362 dollari, prima di rimbalzare.
Detto questo, il rischio permane. Se lo SPY dovesse scendere di nuovo sotto i 365 dollari, alimenterebbe il rischio di vendite fino a 3600 punti di S&P: sotto il minimo di giugno. Da notare come resta da verificare la possibilità di consistenti rimbalzi, con l'affollamento della base 370 dollari che costituisce una resistenza naturale per lo S&P500, in prossimità dei 3700 punti.
Resta da sconfessare il movimento sperimentato al di sotto dei 378.73 dollari, dove transita la media mobile a 36 mesi: un argine che ha contenuto diversi minimi di mercato negli anni passati. È giusto aspettare la rilevazione di fine mese, ma la tensione è non poco elevata, ed il rischio permarrà fino ai primi giorni di ottobre.