Il sentiment è quasi compatibile con un minimo

La settimana scorsa è stata a dir poco turbolenta, e ancora una volta è stata la scadenza delle opzioni ad alimentare la volatilità. Lo SPDR S&P 500 ETF Trust (SPY) ha iniziato l'ottava in tono dimesso, mantenendosi sopra le basi 275 e 272 dollari, dove si concentravano le opzioni put. Alla fine siamo andati addirittura a sollecitare la base 280, prima che le tensioni geopolitiche fra Stati Uniti e Arabia Saudita, e in Europa (Italexit e Brexit) avessero la meglio. Il fenomeno del Delta hedging ha incoraggiato ulteriori vendite, favorendo una chiusura settimanale invariata.
Nel frattempo il Cboe Volatility Index (VIX) ha ripiegato da quota 25.15 punti: la metà del massimo intraday di quest'anno. Ci sono buone probabilità che per il 2018 sia stato visto il massimo della volatilità. L'ultimo Commitment of Traders report mostra una significativa attività di ricopertura di posizioni corte da parte dei fondi speculativi sul future sul VIX. Ciò riduce la probabilità di una fiammata di volatilità che andrebbe a nocumento del mercato azionario.
Con i prevedibili contraccolpi negativi dettati dalla decisione di settembre sui tassi ufficiali, con le tensioni geopolitiche tornate di attualità, e con le incertezze legate alle prossime elezioni, non sorprende che gli operatori siano tornati ad affacciarsi sul mercato delle opzioni. A metà della passata settimana, in reazione al ribasso, questi operatori si manifestavano attivi nell'acquisto di opzioni put, rispetto alle call. Alla fine dell'ottava, il put/call ratio è schizzato ai massimi degli ultimi 14 mesi. Per i Tori, ciò implica che il sentiment è sufficientemente negativo da ipotizzare l'imminenza di un minimo di mercato.
Meglio però sarebbe attendere una svolta verso il basso di questo indicatore, prima di giungere a conclusioni bullish. Magari non si coglierà l'esatto minimo, ma perlomeno si eviteranno situazioni quantomeno spiacevoli, come quella della scorsa settimana.