Il solito schema successivo al FOMC

- 18/07/2017
Se non siete del tutto persuasi che l'operato della Federal Reserve non agisca sull'andamento del mercato, sarà sufficiente dare un'occhiata al comportamento dello SPDR S&P 500 ETF Trust (SPY) dopo il FOMC di metà giugno. L'ETF sullo S&P500 si è mosso lateralmente, come da copione, con il massimo precedente la riunione del braccio operativo della Fed che ha agito da resistenza per tutte le settimane successive. Secondo quanto riportato da Bloomberg, l'aspettativa per un ulteriore aumento dei tassi entro fine anno è passato però dal 44 al 55%, e questo ha generato una certa pressione verso il basso, anche se gli investitori hanno dovuto al contempo metabolizzare altre notizie.
Tuttavia, da quando la signora Yellen ha precisato che l'aumento dei tassi resterà graduale, e che non manca molto al conseguimento del tasso neutrale della politica monetaria, Wall Street ha preso nota. Gli operatori sono tornati a comprare azioni, e lo S&P è salito a nuovi massimi assoluti, confortati dal rigetto della possibilità che la Fed aumentasse i tassi a prescindere dalle condizioni di fondo dell'economia.
A tal proposito, incombe ormai la riunione del 26 luglio. Difficile che il FOMC agisca sui tassi: lo status quo dovrebbe prevalere. Prima però faremo i conti con la scadenza mensile delle opzioni, e con una stagione degli utili che sta per entrare nel vivo. Domani scadono le opzioni sul VIX: si stima che il 45% circa di oltre 8 milioni di posizioni in essere, scadrà senza valore, lasciando molti operatori senza copertura. Questa volta non ci sono supporti o resistenze degne di nota, provenienti da questo fronte. Improbabile un pesante sell-off da delta hedging. La base 243 rimane un livello da monitorare: da qui oltretutto passa la media mobile a 20 giorni.
* Todd Salamone per Schaefferresearch.com