Il supporto che preserva l'ipotesi rialzista

- 19/04/2022
Di tanto in tanto mi soffermo sul sondaggio settimanale condotto da American Association of Individual Investors (AAII). Vale la pena farlo, quando la percentuale di ottimisti raggiunge un minimo pluriennale, come occorso la passata ottava: soltanto il 16% del totale. Si tratta del dato più contenuto dal 4 settembre 1992.
Il grafico in basso fornisce una visione del contesto storico di riferimento: lo S&P500 quotava del 5% sopra la media annuale, e giusto un mese prima aveva conseguito un nuovo massimo storico.
Un mese dopo quell'estremo di sentiment, lo S&P avrebbe ripiegato fin sotto alla media, prima di recuperare e salire nel corso dell'anno successivo.
La differenza è che oggi l'indice oscilla attorno alla media annuale, e dista quattro mesi dall'ultimo massimo assoluto. Al pari di trent'anni fa, stiamo per entrare in un periodo dalla stagionalità controversa: quella riassunta nel famoso "Sell in May and go away".
Se questa proporzione infima di rialzisti costituisce denaro potenziale in grado di sospingere verso l'alto le quotazioni, la imminente stagione delle trimestrali potrebbe costituire l'opportuno catalizzatore. Vediamo cosa rivela la media a 10 giorni del put/call ratio calcolato sulle compagnie dello S&P500:
Come si può notare, il rapporto sta svoltando verso l'alto, partendo però da un livello relativamente elevato, rispetto all'esperienza accumulata in questo bull market. Questo impone di prestare attenzione alla tenuta dei supporti.
Il primo si colloca a 4375 punti. Sotto diventerebbe attuale la prospettiva di nuova debolezza, specialmente se dovesse successivamente essere abbattuto l'argine a 4300 punti.