In che direzione romperà il mercato?

- 31/10/2016
Il mercato rimane attendista: dal 9 settembre in poi, lo SPY ha oscillato fra 212 e 217 dollari in 34 sedute su 35. I noti supporti restano intatti. Dopotutto, a 212 dollari ritracciamo il 38.2% (Fibonacci) del rialzo compreso dal minimo di fine giugno al massimo della scorsa estate. Le notizie più recenti evidenziano le difficoltà della candidata democratica, travolta dalla scandalo delle e-mail fatto deflagrare dal direttore dell'FBI. Il VIX ha reagito schizzando verso l'alto.
In questo per la verità non sorprende molto, perché la volatilità si sta comportando come sempre accade prima delle elezioni presidenziali. Nel grafico in basso abbiamo sintetizzato l'andamento medio del VIX nelle due settimane precedenti e successive alla chiamata alle urne, a partire dal 1992: evidentemente la volatilità raggiunge un picco sei giorni prima dell'election day. Ciò suggerirebbe una flessione fino a 12 punti all'incirca per metà novembre. Un'informazione degna di nota, per chi vende volatilità.
L'analisi tecnica conferma l'imminenza di una rottura di questa congestione, anche se c'è conflitto circa la direzione del prossimo movimento. Lo S&P è inserito in un cuneo inclinato verso il basso. Una chiusura inferiore a 212 dollari esaspererebbe la probabilità di un ulteriore scivolone fino a quota 205 dollari.
Tuttavia, siamo dell'avviso che il supporto possa reggere. Il cuneo si rivelerebbe rialzista. Anche perché l'ultima rilevazione bimensile dello scoperto ha fatto registrare una contrazione dello short in essere sulle azioni dello S&P500. Una continuazione dell'attività di ricopertura, man mano che si approssimano le elezioni, potrebbe sostenere il mercato, incoraggiato peraltro dalla stagionalità ora favorevole.
* Todd Salamone per Schaefferresearch.com