L'ipercomprato non frenerà il mercato

- 11/11/2014
I Tori continuano a mantenere il controllo, con lo S&P che ha realizzato un nuovo massimo storico, spingendosi ulteriormente sopra la soglia dei 2.000 punti. Allo stesso tempo, il Dow Jones si è distaccato dalla cifra tonda dei 17.000 punti. Il primo però è ora alle prese con una resistenza: la plusvalenza annuale del 10%, a 2033 punti, e quota 2030, che rappresenta il triplo del minimo del 2009 in termini di chiusura. Il test di queste resistenze si concretizza con l'RSI a 9 giorni in vistoso ipercomprato. Quando ad agosto il mercato ha raggiunto una condizione simile, si è mosso lateralmente per tre settimane; ma a maggio, nelle stesse circostanze, lo S&P continuò a salire imperterrito. La buona notizia per i Tori, è che l'esame del sentiment suggerisce la probabilità che si realizzi quest'ultimo scenario. Il Nasdaq Composite, nel frattempo, procede verso la mitica soglia dei 5.000 punti, superata di poco nel 2000, con il rialzo corrente che appare tutt'altro che parabolico rispetto all'esperienza di 15 anni fa.
Il superamento delle resistenze è stato reso possibile dal sentiment, passato da una pessimismo estremo ad un pessimismo soltanto moderato. Ciò suggerisce che le vendite short non sono ancora state ricoperte, e che ci sia un potenziale inespresso in termini di ulteriori acquisti. Insomma: non c'è l'ottimismo che precede i picchi di mercato e i successivi ripiegamenti. Ciò ovviamente non esclude occasionali pause, che non minacciano la tendenza di fondo.
Un rischio nell'immediato è appunto rappresentato dall'ipercomprato ora raggiunto. Il put/call ratio azionario nel frattempo flette, confermando il ridimensionamento del pessimismo. A maggio sperimentammo un comportamento simile, e nella circostanza lo S&P ignorò l'ipercomprato e continuò a salire. Al contrario di settembre, quando il rapporto puntava verso l'alto, segnalando un crescente pessimismo che impattò negativamente sul mercato.
Nel frattempo il sondaggio settimanale della National Association of Active Investment Managers (NAAIM) evidenzia accumulazione in corso da parte di questi operatori, con un estremo nella allocazione media in azioni lungi dall'essere stato raggiunto, sebbene molta strada sia stata percorsa dal minimo di metà ottobre, quando i gestori attivi risultavano completamente scarichi di azioni.