L'ottimismo dei trader contiene Wall Street

- 26/06/2018
È una fase di mercato ancora dominata dalle notizie esterne: che si tratti dei dazi imposti o minacciati da Trump sui partner commerciali, della decisione della Corte Suprema americana di consentire ai singoli stati la previsione di imposte sulle transazioni online, del superamento degli stress test da parte delle banche americane, o della decisione dell'OPEC di rivedere le quote di output. Nel complesso il mercato azionario appare tuttora fragile, come tipicamente accade subito dopo le riunioni del FOMC che si concludono con l'aumento dei tassi di interesse: uno schema in essere ininterrottamente dal primo rincaro datato dicembre 2015.
Le small cap, rappresentate dall'indice Russell 2000 (RUT) sono riuscite a conseguire un nuovo massimo storico, trovando resistenza in prossimità dei 1700 punti. Al momento il RUT quota di un 10% oltre la chiusura del 2017: un livello che può attivare le prese di beneficio, specie tenuto conto del conseguito apprezzamento del 20% rispetto a dodici mesi fa. Ciò malgrado, resto dell'idea che le small cap siano da preferire alle large cap. Senza considerare che lo scoperto sta svoltando verso il basso dopo essere salito per diversi mesi, con le ricoperture che dovrebbero alimentare ulteriori impulsi verso l'alto.
Nel frattempo il put/call ratio azionario è tornato a scendere, e si attesta ai minimi di gennaio. L'ottimismo dilagante fra i piccoli investitori rende il mercato nel complesso vulnerabile a ripiegamenti.