La Fed può favorire ulteriori rialzi dello S&P

- 30/10/2017
Con la riforma fiscale che sale in cima alle priorità della Casa Bianca, la settimana passata ha visto il mercato confermare il tono favorevole degli anni passati. Cresce nel frattempo l'attesa per la prossima riunione della Federal Reserve, prevista per mercoledì, con Trump che nei giorni immediatamente successivi annuncerà il nuovo Chairman. Le ultime voci puntano sul governatore Jerome Powell: un nome nel segno della continuità con l'attuale governatorato, in termini di aumento dei tassi, ma di rottura in termini di controllo, essendo egli a favore di una maggiore deregulation del settore finanziario.
Nel frattempo i future sui Fed funds assegnano una probabilità del 2% che il FOMC aumenti i tassi di interesse. All'opposto, la probabilità di un aumento del costo del denaro per dicembre si attesta correntemente al 98%. Vale la pena ricordare che la Fed ha agito in tal senso anche nei mesi di dicembre 2015 e 2016. Se il passato si ripeterà, gli investitori saranno grati al FOMC: durante questo ciclo restrittivo i nulla di fatto sul fronte dei tassi di interesse sono stati seguiti dalle ripartenze dello S&P500, mentre tendenzialmente la borsa ha sofferto prima e dopo le sedute in cui i tassi sono stati incrementati. Logicamente il fatto che i tassi alla fine siano stati incrementati già quattro volte, in ottica prospettica non ha fatto deragliare il Toro, con Wall Street salita del 25% da dicembre 2015 ad oggi.
Permane un potenziale di rialzo da ricoperture di posizioni corte. Lo short interest è cresciuto ulteriormente, stando al rapporto bimensile da poco pubblicato. L'evidenza è che molti siano rimasti sorpresi dal rialzo degli ultimi giorni, a fronte dell'ipercomprato di partenza. La Fed rimane una variabile imprevedibile, ma al limite può costituire soltanto un ulteriore catalizzatore benigno.
* Todd Salamone per Schaefferresearch.com