Wall Street
La trendline da osservare sullo S&P500

Quando lo S&P500 si arrampicò fino a 3335 punti - cinque volte il minimo del 2009 - a fine gennaio, misi in guardia il lettore circa il crescente rischio di una fase laterale attorno a questi livelli, con conseguenti timori di ridimensionamento nel breve periodo. La cautela poggiava su una serie di fattori, che includevano l'eccesso di ottimismo misurato dagli indicatori di sentiment. D'altro canto, quando in precedenza lo S&P ha raddoppiato, triplicato e quadruplicato, un consolidamento o una correzione sono stati all'ordine del giorno.
La correzione recente è stata la più rapida della storia, su questo arco di tempo. Ad ogni modo, un movimento simile si registrò a fine 2018, e fu seguito da un impressionante rimbalzo "a V" dopo quel Natale. L'andamento recente dello S&P però sembra più simile alla dinamica registrata fra febbraio ed agosto 2011, quando lo S&P conseguì un raddoppio dai minimi del 2009. Dopo quattro mesi di battaglia su questi livelli, l'ennesimo test delle resistenze fu seguito da un tonfo fino alla media mobile a 36 mesi: che ha sempre contenuto i ripiegamenti dopo il raddoppio, il triplicarsi e il quadruplicarsi delle quotazioni dai minimi.

Se il passato ci accompagna, i Tori dovrebbero essere ancora confortati, perché il declino delle quotazioni ha rimosso parte degli eccessi accumulati di recente, senza aver provocato alcuna rottura insanabile. La media mobile a 36 mesi difatti passa per 2775 punti: un centinaio di punti sopra il recente minimo. È questo il margine a disposizione dei rialzisti. Viceversa, dovesse essere penetrata questa linea di tendenza, ci aspetterebbe un futuro poco brillante, per usare un eufemismo.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...