Lo Short Interest è musica per le orecchie dei Tori

- 16/12/2019
Gli investitori hanno dovuto digerire la settimana scorsa una tonnellata di dati macro. La Commissione Giustizia della Camera ha inviato all'aula il testo della richiesta di impeachment del presidente, la "fase uno" dell'intesa commerciale con la Cina è stata finalmente formalizzata, le elezioni nel Regno Unito hanno delineato una chiara maggioranza a favore dei Conservatori, implicando che la Brexit avrà luogo a fine gennaio.
Come se non bastasse, l'accordo commerciale con Messico e Canada ha ottenuto il supporto della maggioranza democratica alla Camera, spianando la strada verso una ratifica definitiva. E si discute della possibilità di un accordo fra maggioranza e opposizione sul bilancio federale.
Dulcis in fundo, si è tenuta l'ultima riunione dell'anno del Federal Open Market Committee (FOMC). Come previsto, nessun intervento sui tassi è stato approvato, ed è venuta meno una proiezione isolata nel senso restrittivo prevista precedentemente nel 2021. Laddove lo scorso anno il mercato era schiacciato dall'aumento dei tassi, oggi è supportato dall'assenza di nuovi incrementi del costo del denaro.
Il rialzo della passata ottava ha spinto lo S&P500 a nuovi massimi storici, conducendo al raddoppio delle quotazioni del 2007. Trovo interessante notare che lo SPY, l'ETF sullo S&P500, sia nettamente salito sopra i 315 dollari, dove si collocavano oltre 100.000 opzioni call. Una resistenza superata senza alcuna difficoltà. Verosimilmente, il superamento di slancio della barriera è stato dovuto proprio all'acquisto frenetico di future da parte di chi aveva in precedenza venduto tali opzioni. C'è da aggiungere che non si scorgono verso l'alto basi call altrettanto affollate, prima dei 320 dollari; equivalenti a 3200 punti di indice sottostante.
Il contesto del sentiment è confuso. Da un lato, la media a 10 giorni del put/call ratio azionario si colloca sui minimi di settembre, e abbozza una timida reazione verso l'alto. Ciò traduce il passaggio da una condizione di ottimismo ad una di pessimismo, che rende il mercato vulnerabile nel breve periodo.
Dall'altro lato, l'ultimo resoconto bimensile dello short interest, aggiornato alla fine di novembre, mostra una stabilità delle posizioni allo scoperto, malgrado un mese a dir poco radioso. Questa è musica per le orecchie dei Tori, perché sottolinea come vi sia un notevole potenziale da ricoperture ancora inespresso.