Lo stop loss di mercato per i rialzisti

Un rimbalzo in un contesto ribassista? o la ripresa del bull market? il dubbio non è irrilevante ai fini della allocazione di portafoglio, specie dopo che autorevoli commentatori hanno ventilato di recente la possibilità di rivedere i minimi di gennaio, derubricando il rialzo in atto ad una consuetudine in un bear market.
Per fortuna possiamo interrogare le quotazioni per ottenere qualche informazione aggiuntiva. Ad esempio, il grafico mensile dello S&P qui in basso evidenzia i bear market del 2000-2003, del 2007-09, nonché del 2020. Le medie mobili a 24 e 36 periodi hanno svolto un egregio lavoro di schematizzazione delle tendenze principali. Al contrario la tenuta di questi livelli fornisce agli investitori eccellenti livelli di ingresso. L'indice ha chiuso sotto la media a 24 mesi a novembre 2000 e gennaio 2008, anticipando la debolezza che si sarebbe successivamente intensificata. Le penetrazioni del 2011, del 2016 e del 2018, per fortuna non sarebbero invece scese sotto la successiva media a 36 mesi.

Lo S&P500 si trova ancora un 25% sopra questo argine, ed il 12% sopra la media a 24 mesi. Certo, sarebbe richiesta una "pazienza" considerevole prima di concludere di essere alla vigilia di una esperienza ulteriormente spiacevole.
Le figure in basso in effetti confermano come durante i bear market non siano infrequenti rimbalzi anche piuttosto ficcanti. In non pochi casi l'indice riesce persino a penetrare le trendline, dando l'impressione di un'inversione di tendenza, prima di tornare sui suoi passi.

Ad ogni modo, il ritorno al di sotto della trendline falsamente violata, costituisce una prova definitiva della negatività di fondo in essere. Per cui, venendo a noi, dopo la già evidenziata inversione di breve periodo intervenuta all'indomani della fuoriuscita verso l'alto dal canale discendente, lo S&P si ritroverebbe nei guai se tornasse sotto i 4375 punti.