Wall Street
Mercato americano: tra emozioni e razionalità

Russell 2000 +16%, S&P 500 High Beta +16%, Indice Semi conduttori +15.95%, Russell 1000 +11.46%, Nasdaq 100 +11%, S&P 500 Growth +10.89%, S&P 500 +10.87%, S&P 500 Dividend Aristocrats +10.36%..

Questi i dati da inizio anno al 15 febbraio 2019. Direi un ottimo inizio.

Detto ciò e con gli indicatori di rischio molto estesi è lecito domandarsi che cosa attendersi durante le prossime sessioni: continuazione del trend, consolidamento o ritracciamento.

Come sempre, importante una premessa: gli indicatori di rischio non dicono nulla sulla futura direzionalità del mercato, quindi il fatto che siano elevati può voler dire tutto e niente allo stesso tempo. Hanno il compito, se gestiti correttamente, di funzionare come segnali di allerta. In questo momento il rischio associato al livello di mercato è elevato. L'investitore deve essere consapevole di questa situazione e, in funzione della propria sensibilità al rischio, cominciare a prendere in considerazione determinati accorgimenti, come, per esempio: stringere gli stop, liquidare quelle classi di attivi che non hanno partecipato in modo convincente al rally ed, eventualmente, ribilanciare il proprio portafoglio utilizzando una tra le diverse tecniche disponibili (ribilanciare = gestire il rischio).

Uno degli indicatori più seguiti è il Fear & Greed Index che, sulle chiusure di venerdì 15 febbraio, indica una situazione di “Greed”, un mese addietro era “Fear”.

Un altro interessante indicatore è il derivato dell’Advance/Decline. Come si evince dal grafico risulta essere molto esteso.

L’ETF seguente, HYG (chiusura del 15.02 a $ 85.40), è un eccellente strumento che permette di misurare la “ricerca” del rischio. Area $ 86.50 rappresenta una resistenza molto importante.

Interessante, inoltre, notare come anche l’indice S&P 500 sia in prossimità di una forte resistenza.  Ad inizio anno il Bullish Percent Indicator relativo all’indice in questione era al 14% (forte ipervenduto), mentre il Positive Trend Indicator era al 30%. I dati al 15 febbraio sono del  66% e, rispettivamente, del 58%.  Sul breve, quindi, il potenziale sull’upside sembra, obiettivamente, limitato…sul breve. Il contesto tecnico rimanesempre positivo e i relativi ritracciamenti (che dovrebbero essere contenuti)  sono da intendere come possibilità di aprire nuove posizioni con l’obiettivo di sfruttare la prossima gamba rialzista.

Uno sguardo ai titoli FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google). L’attuale trend si scontra con la media mobile a 200 periodi, passante per area 710.

 S&P 500 Low Volatility. Siamo ai massimi storici: vi è sempre un Bull Market; il difficile è saperlo trovare...

Termino questo mio contributo riportando un estratto, a mio avviso significativo, da Factset.

«Ad oggi, il 79% delle aziende nell'indice S & P 500 ha riportato risultati effettivi per il quarto trimestre del 2018. In termini di utili, la percentuale di società che riportano le stime reali di EPS sopra il 70% è inferiore alla media quinquennale. In totale, le aziende stanno segnalando utili superiori del 3,5% rispetto alle stime, anch'essi inferiori alla media quinquennale. In termini di ricavi, la percentuale di aziende che hanno registrato ricavi effettivi superiori alle stime (62%) è superiore alla media quinquennale. Complessivamente, le società segnalano ricavi superiori dell'1,1% rispetto alle stime, anch'essi superiori alla media quinquennale».

Sul breve, quindi, è lectio attendersi un periodo di “stanca” per i mercati, ma le indicazioni di massima rimangono, però, ancora incoraggianti

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...