Wall Street
Mercato: le relazioni pericolose

Chi è abituato a guardare agli indici azionari come a delle entità uniche, non si accorge che taluni cambiamenti avvengono, generalmente, sotto traccia.
Analizzare unicamente l'andamento di un indice rispetto alle rispettive medie mobili e ad altri indicatori tende a ritornare solo un lato della medaglia. Una delle domande alla quale devo rispondere, ultimamente, con maggior frequenza è se i mercati stiano attraversando una fase di cambiamento e se si quale.

In un commento precedente che aveva per argomento la comparazione tra il comparto Value ed il comparto Growth, avevo raggiunto la conclusione che fino a prova contraria il comparto dei titoli di crescita era ancora da preferire. Vi sono, in ogni caso, delle dinamiche che bisogna sempre tenere in considerazione, una di queste è la relazione tra i titoli considerati “high beta” e quelli considerati “low volatility”. Già in precedenza si era dato un accenno indicando che si cominciava a notare un trasferimento del rischio dai titoli HB ai titoli LV.
L'indice S&P 500 High Beta è il più noto di questi indici. Tiene traccia delle prestazioni di 100 aziende (comprese all'interno dell'indice di più ampio respiro S&P 500) che risultano essere più sensibili ai cambiamenti nei rendimenti di mercato. L'indice S&P 500 Low Volatility tiene in considerazione i 100 nomi che presentano la volatilità più bassa su 12 mesi. Non deve, quindi, sorprendere che questa metodologia conferisca all'indice LV una evidente inclinazione verso i settori difensivi come Utility e beni di prima necessità. I due ETFs principali sono SPHB e SPLV.

In basso a sinistra il grafico daily, da inizio, anno dell'ETF SPHB, a destra dell'ETF SPLV. Ad inizio ottobre vi è stato un cambiamento di personalità, di tendenza per quanto concerne i titoli “high beta”, passando da un trend positivo ad un trend negativo. Da inizio novembre, viceversa, i titoli con bassa volatilità hanno ripreso un andamento positivo. Come detto analizzando unicamente la superficie, ovvero solo l'indice S&P 500, queste informazioni non sarebbero “apparse”.

Il cambio di personalità, analizzato attraverso l'andamento della performance da inizio anno, è avvenuto durante la seconda parte del mese di settembre.  La linea tratteggiata rossa rappresenta l'ETF SPY (tracking S&P500), la linea gialla l'ETF SPHB, mentre la linea celeste l'ETF SPLV. L'analisi dinamica di queste relazioni permette di ottenere una visione del mercato maggiormente dettagliata. Le analisi, è bene ricordare, vengono sempre effettuate a bocce ferme e non sono indicazioni di risultati sicuri. Permettono, però, di avere un approccio responsabile, disciplinato e razionale.

Uno sguardo al Nasdaq 100.

ll 29 ottobre 2018 l'ETF QQQ faceva segnare un minimo di 160.09. Il Bullish % Indicator indicava una lettura del 24%, ovvero solo il 24% dei titoli erano "ancora" guidati dalla domanda (tecnicamente in un grafico Point & Figure risultavano essere in "buy signal"), mentre il 46% dei titoli negoziava sopra la rispettiva "bullish trend line" di lungo periodo (=trend positivo). Il dato sul B% indicava un livello di rischio (indipendente dal trend del mercato) basso. Il 7 novembre il QQQ faceva registrare un massimo intermedio a 175.28,  il B% rimbalzava al 58%, mentre il Positive Trend rimaneva al 46%. In sintesi quello che è successo tra il minimo del 29 ottobre ed il massimo del 7 novembre andava contestualizzato come un semplice "contro rally" in uno scenario, ancora, di forte precarietà. Attualmente con l'indice in contrazione, abbiamo il B% ridisceso al 48%, mentre il PT rimane inchiodato al 46%.

Presidente della Schaeffer's Investment Research, Inc, e autore di "The Option Advisor", un best seller nel settore delle opzioni, di cui esiste dal 1981 una newsletter omonima. Continua...