Nuovi massimi assoluti. E adesso?

Settimana densa di eventi, quella appena passata: le dichiarazioni a margine del Federal Open Market Committee (FOMC), la scadenza delle opzioni sul VIX, la scadenza delle Tre Streghe, l'offerta di AliBaba Group (BABA) da 168 miliardi di dollari e il No al referendum scozzese. E dire che secondo la statistica, la settimana passata doveva comunque essere positiva, come è stata quella delle scadenze tecniche trimestrali in ben 15 degli ultimi 19 casi dal 2010.
Nonostante fattori minacciosi, S&P e Dow Jones hanno raggiunto un nuovo massimo storico. Tuttavia, resta in dubbio la possibilità che ci si discosti definitivamente da livelli che hanno caratterizzato le negoziazioni delle ultime settimane. Ad ogni modo, con quota 2000 che agisce da supporto, lo S&P punta adesso alla resistenza a 2030 punti: qui triplica di valore rispetto al closing low di marzo 2009 a 676,53 punti; mentre 2033 è il 10% di progresso dalla chiusura del 2013.
In prospettiva allargata, lo S&P continua a muoversi in un canale ascendente ben definito, con grande dolenza per gli Orsi. I quali devono essere non pochi, come evidenziato dal consistente scoperto tuttora in essere. Sulle azioni del paniere dello S&P siamo sulla parte alta del range degli ultimi due anni: ben più in alto del livello che favorì la ripartenza del mercato, quasi tre anni fa, dopo l'ultima correzione formale che si ricordi. Ironicamente, proprio il fatto che da così tanto tempo manchi una correzione, deve aver indotto gli Orsi a mantenere duro. I Tori nel frattempo confidano proprio nell'ineluttabilità di future ricoperture per sperimentare quotazioni più elevate.

Qualora non dovesse reggere il supporto a 2000 punti, lo S&P sarebbe destinato a ripiegare fino a quota 1950, parte inferiore del citato canale in essere dalla fine del 2012. Oltretutto ci sono consistenti posizioni aperte sulla opzione put sullo S&P base 1950, oltre alla put sullo SPY base 195 dollari.
Il sentiment suggerisce che se flessione si manifesterà, essa sarà blanda.