Nuovi massimi storici a novembre?

- 02/11/2015
Ottobre indimenticabile per gli investitori, con lo S&P salito di più dell'8%, e contribuito a dimenticare il tonfo di agosto e la volatilità di settembre. Il rally negli ultimi giorni ha perso qualche colpo, dopo l'euforia di mercoledì provocata dalla decisione della Fed di mantenere ad ottobre i tassi invariati; una decisione largamente attesa: in effetti ci si soffermava sulle dichiarazioni a margine, che in effetti confermano una certa coralità nel ritenere sensibilmente migliorate le condizioni finanziarie ed economiche globali. Al punto da consentire un aumento dei tassi di interesse per la riunione di dicembre. Le probabilità in tal senso sono schizzate dal 33% della vigilia della riunione al 50% subito dopo.
Prosegue nel frattempo la stagione degli utili. La tendenza di fondo vede le società battere le stime di profitto degli analisti, ma non quelle relative al fatturato, con un orientamento verso il futuro non del tutto limpido. E mentre la Fed valuta la prospettiva di aumentare i tassi, BCE e BoJ lasciano intendere che presto incrementeranno lo stimolo eccezionale sotto forma di QE. Il Congresso USA nel frattempo ha autorizzato l'innalzamento del tetto sul debito, per cui su questo fronte non ci dovrebbero essere problemi fino a marzo 2017. Una incognita in meno.
Osservando i grafici, non si può non essere colpiti dalla tempra mostrata dal mercato. Se questa spinta dovesse continuare nel mese appena incominciato, molti indici insidieranno presto i massimi assoluti. Molti ricorderanno il confronto più volte proposto fra l'anno corrente e il 2011: quando in effetti registrammo un vigoroso mese di ottobre, dopo un collasso ad agosto e una accentuata volatilità a settembre. A novembre di quattro anni fa però il mercato crollò di quasi il 10%, e sul finire dell'anno l'andamento di mercato risultò decisamente volatile.
Per chi stesse valutando di ridurre il rischio, il Russell 200 potrebbe fare al caso. Mentre lo S&P è ad un soffio dai massimi, il RUT fa fatica ad avere ragione della resistenza a 1165 punti, che si colloca del 10% sotto il massimo di quest'anno. Questo segmento di mercato ha finora vistosamente sottoperformato.
A favore dei Tori dovrebbe giocare la stagionalità: il periodo compreso fra novembre e aprile ha prodotto storicamente una performance media del 6.56%. Ma cosa succede a novembre quando il mese di ottobre è stato particolarmente benigno, come occorso quest'anno? l'esame empirico rivela che un buon mese di ottobre porta ad un buon mese di novembre: quando ottobre ha chiuso in progresso di almeno il 4%, il mese successivo ha conseguito una performance media (+1.89%) decisamente superiore a quella tipica storica (+1.16%). È un buon segno, per i Tori.
* Todd Salomone per Schaefferresearch.com