Perché gli investitori non ricorrono alle coperture?

- 12/10/2020
Non sembra che gli investitori siano ben posizionati per un incremento della volatilità nelle settimane a venire, come suggerisce la stampa. Ad esempio, l'open interest complessivo delle opzioni put sullo SPY - il popolare ETF sullo S&P500 - usate dai gestori per coprire il portafoglio azionario; si aggira attorno ai 13.7 milioni di contrattyi, in calo rispetto ai 15.4 milioni contabilizzati prima delle elezioni del 2016. Se è per questo, siamo anche ben sotto la soglia dei 17.5 milioni raggiunta ad aprile: quando evidentemente la smania di copertura era ben più ampia.
Inoltre, le posizioni aperte dai fondi speculativi sul future sulla volatilità, è lungi dall'avvicinare i livelli di novembre 2016: quando l'open interest superava i 360 mila contratti; vale a dire, circa 200 mila più di oggi. L'open interest delle call sul VIX si colloca attualmente a 4.7 milioni di contratti: quasi la metà rispetto agli 8.5 milioni registrati a marzo scorso.
Che questo basso open interest sia sintomo di una comunità di investitori che affronta le imminenti elezioni con una posizione azionaria comparativamente ridotta? è una possibilità, dal momento che una ridotta esposizione richiederebbe naturalmente minori coperture. In questo caso un esito lineare delle prossime elezioni indurrebbe non pochi investitori a mettere da parte gli indugi, arrotondando le esili posizioni azionarie attualmente in essere.
Venerdì nel frattempo il VIX ha chiuso per il secondo giorno di fila sotto alla media mobile annuale. Questo dopo esservisi posizionato sopra pressoché ininterrottamente dalla fine di agosto in poi. Si tratta di un segnale bullish, concomitante con il ritorno sopra i 3400 punti da parte dello S&P500.